Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il prefetto guarito «Ho avuto paura di fare da untore»
La lunga convalescenza di Argentieri: «Vorrei abbracciare chi mi ama»
MATERA La prima cosa che farà, quando tutto sarà finito, sarà andare a Chieti ai trovare i suoi genitori, entrambi novantenni. «Nei primi giorni in ospedale ho temuto di averli contagiati, perché li avevo incontrati prima di scoprire di essere stato infettato». Il prefetto di Matera, Rinaldo Argentieri è tornato nell’appartamento a lui destinato nell’edificio di piazza Vittorio Veneto. Per un mese è stato ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera. Era il 6 marzo scorso quando, dopo aver accusato febbre alta e scoperto la sua positività al Covid-19, i sanitari avevano deciso di trasferirlo in ospedale.
«I primi giorni erano stati i più difficili - ricorda - perché avevo paura di aver contagiato anche il personale della Prefettura che lavora con me. Fino al giorno dell’esito negativo dei loro esami, la paura non mi ha mai abbandonato. È stata un’esperienza forte dice ancora, pensando ai giorni nella sua stanza d’ospedale - ma i medici e il personale dell’ospedale non mi hanno fatto mai sentire solo. Il calore umano, la vicinanza non mi sono mai mancati. Li ringrazio ancora oggi perché sono stati capaci di trasmettermi tutto questo in modo impeccabile». La paura, però, non è mancata. «Per alcuni giorni la situazione è stata difficile, perché a un certo punto c’è stato un peggioramento delle mie condizioni, con la polmonite». Il trascorrere delle giornate è sembrato più lento, ma le cure hanno avuto effetto e con il tempo si è arrivato alla completa guarigione e ai tamponi finalmente negativi. «A farmi compagnia, per fortuna, c’era anche il mio smartphone con cui potevo sentire e vedere i miei cari e una radiolina che mi aiutava a tenermi aggiornato - prosegue il prefetto - anche se la lontananza non si annullava completamente».
All’esterno del Madonna delle Grazie, intanto, l’espandersi del virus faceva sentire i suoi effetti che anche dal punto di vista esteriore balzati agli occhi di Rinaldo Argentieri, all’uscita dall’isolamento. «Quando mi hanno ricoverato, la città era ancora piena di gente e in movimento. Al mio rientro, invece, ho visto un luogo silenzioso e vuoto. Segno - sottolinea - che i materani stanno rispettando le norme di contenimento previste. Limitazioni che devono essere ancora rispettate perché aiutano a ridurre sensibilmente il rischio di contagio
❞ I primi momenti sono stati duri, poi mi sono fatto forza I medici mi hanno trasmesso coraggio
ed evitare che i casi aumentino». A tre giorni dalle sue dimissioni, Rinaldo Argentieri è operativo, anche se ancora chiuso nel suo appartamento; comunica con il personale che, seppur a ranghi ridotti, non fa mancare la sua presenza nel palazzo della Prefettura. Lo dimostrano i numerosi impegni in videoconferenza che anche ieri lo hanno coinvolto per poter sovraintendere alle numerose incombenze che la situazione richiede, come nel resto del Paese, perché bisogna guardare al futuro. «Spero di vedervi tutti presto dice terminando la conversazione. Meglio se senza lo schermo di una mascherina».
❞ Sono guarito, due tamponi sono negativi Al cellulare ho diretto questi momenti difficili