Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il lockdown ci è costato quasi 5 miliardi
Campania e Puglia, il quadro non è ottimistico Crolla il turismo, impatto drammatico sul lavoro Ora l’interrogativo che tutti ci stiamo ponendo: quanto tempo ci vorrà per poter recuperare?
Poco più di 4.300 in Campania e quasi 4000 in Puglia i positivi al corona virus attualmente. L’Osservatorio Nazionale sulla Salute prevede zero contagi in Puglia il 7 maggio e in Campania il 9. La pandemia mantiene ancora il suo livello di pericolosità, ma si può cominciare a ragionare sulla fine del lockdown. E ci si interroga su che contesto economico e sociale ci si troverà di fronte nelle due regioni meridionali. I dati sono una base di partenza. Dall’Osservatorio di Srm si prevede che, in Campania, i rischi maggiori pesano soprattutto su due filiere produttive, moda e abbigliamento in primo piano, turismo subito dopo. L’impatto piu pessimistico per il 2020 ipotizza un calo di circa 7,3 milioni di presenze turistiche, con un pesante contraccolpo sulla spesa di 2 miliardi e mezzo. Il fatturato crollerebbe di oltre il 33%. In Puglia la riduzione sarebbe pari a 4,2 milioni di presenze turistiche, con un effetto sul valore aggiunto di oltre il 27% in meno. Numeri da brivido. Anche la Svimez fornisce un quadro davvero molto pessimistico: il lockdown è costato 2 miliardi e 800 milioni di minor valore aggiunto per mese di blocco nella sola Campania e quasi 1 miliardo e 900 milioni in Puglia. Con un impatto drammatico sull’occupazione, che ha riguardato 681 mila lavoratori nella prima delle due regioni e 506 mila nella seconda. Senza contare gli autonomi, di cui fanno parte precari, partite Iva, che sono stati quasi 207 mila in Campania e 161 mila in Puglia.
L’interrogativo che in questi giorni tutti si pongono è quante di queste persone ritroveranno un lavoro, quanta parte di prodotto interno lordo perduto sarà recuperata e, soprattutto, in che tempi. «Secondo le nostre stime – chiarisce il direttore Svimez Luca Bianchi - il Pil nel 2020 si ridurrebbe del - 7,9% nel Mezzogiorno. Se è indubbio che l’emergenza sanitaria ha colpito piu il Nord, gli impatti sociali ed economici uniscono il Paese, e proprio il Sud rischia di accusare una maggiore debolezza nella fase della ripresa, perche sconta la precedente lunga crisi, prima recessiva, poi di sostanziale stagnazione, dalla quale non e mai riuscito a uscire del tutto».
La logistica rischia di pagare un prezzo elevato in questa fase di chiusura degli scambi commerciali a livello planetario, «ma – spiega Alessandro Panaro, dirigente di Srm – se definiamo presto e con chiarezza quali sono i veri fattori di attrazione del territorio, attraverso i pacchetti localizzativi, si potrà coordinare con le Regioni meridionali la crescita del territorio grazie all’introduzione delle Zone Economiche Speciali, che mettano i porti, campani, pugliesi e calabresi, al centro di una politica di sviluppo».
Frattanto le imprese, soprattutto le piccole e le micro, non sanno a che santo votarsi, perciò colgono tutte le opportunità di bonus che a livello nazionale e locale sono state istituite. In
Bianchi (Svimez) «Nel 2020, secondo le nostre stime, il Pil si ridurrebbe del -7,9% nel Sud dove la ripresa sarà più debole a causa della precedente lunga crisi»
Campania ben 41 mila nel solo primo giorno hanno presentato richieste in tal senso alla Regione Campania. Mentre la Puglia ha stanziato 450 milioni per attivare il Microprestito Emergenza, rivolto a microimprese, autonomi, professionisti e titolari di partita Iva. Senza per questo snobbare i 25 mila euro che, dopo il decreto liquidità del governo, le banche mettono a disposizione delle aziende di minori dimensioni, a tassi bassissimi, come conferma Stefano Barrese, responsabile Banca dei Territori Intesa San Paolo, con scadenza a 3 o anche a 6 anni: in Campania le domande sono state circa 5 mila, in Puglia 3.500.
Ma se il contesto economico aiuta a disegnare un futuro, sicuramente a tinte fosche, bisogna, giorno dopo giorno, fare i conti con la faccia più autentica del dramma sociale che sta colpendo inesorabilmente le due regioni meridionali. La corsa al bonus da 600 euro in base al decreto Cura Italia per alleviare gli effetti della crisi ha visto, in base ai dati dell’Inps regionale, 358.455 domande nella sola Puglia. Campania, 355 mila in Campania, dove, a sua volta, sono giunte 33 mila richieste per cassa integrazione. In Puglia le istanze per la Cig sono state 20.318, alle quali vanno aggiunte 1.200 domande di cassa in deroga. Ma dalla crisi si uscirà anche con qualche piccola ma positiva innovazione, come la diffusione dello smart working. A cominciare dagli uffici pubblici. Fino a dicembre 2019 erano appena 96 persone in tutto il Sud. In Campania ai primi di aprile erano già 2.883 su un totale di 4.118 i pubblici dipendenti in lavoro agile, pari al 70%. In Puglia 2.291 su complessivi 2.934, quindi oltre il 78%.