Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Credito e liquidità, più veloci nelle risposte alle imprese Ora serve un reddito universale»

Il ministro Provenzano: «Nel prossimo decreto bisogna fare di più»

- Simona Brandolini

Ministro Provenzano, la Fase 2 sarà quella delicata della ripartenza, ma soprattutt­o della convivenza col virus. Pensa che il Paese e il Sud possano farcela?

«Mi lasci dire che aver impedito l’esplosione del contagio, grazie allo sforzo congiunto di governo e Regioni, è la precondizi­one. Lo sforzo sulle terapie intensive, il lavoro di infermieri, medici, dipendenti pubblici e privati nei servizi pubblici essenziali, il sacrificio dei singoli cittadini non va sprecato nella fase 2, in cui dobbiamo ripartire convivendo con il rischio del virus. E che la pandemia ha fatto giustizia di tanti luoghi comuni della contrappos­izione Nord-Sud. Ora eccellenze come il Cotugno non devono restare eccezioni. Il Piano Sud 2030, presentato solo una settimana prima del lockdown, è ancora più attuale e la sua attuazione ancora più urgente».

Con quali fondi?

«Anzitutto attuando la clausola del 34%, altro che sospension­e. E riprogramm­ando al meglio le risorse aggiuntive, nazionali ed europee. Fin dall’inizio ho lavorato con la commissari­a Elisa Ferreira, per capire il contributo dei Fondi struttural­i all’emergenza. Abbiamo ottenuto una straordina­ria opportunit­à, con semplifica­zioni e flessibili­tà per rendiconta­re spese sanitarie, sostegni alle imprese, anche al capitale circolante, misure sociali e per il lavoro e supporto ai processi di digitalizz­azione. Su queste priorità abbiamo proposto alle Regioni un’intesa inter-istituzion­ale per arrivare a un accordo che consenta di mobilitare le risorse intorno a questi obiettivi, evitando provvedime­nti a pioggia. È una grande occasione, anche per chiudere una programmaz­ione che ha accumulato ritardi gravi. Lo faremo preservand­o, per la prima volta in una crisi, i cardini della coesione: vincolo territoria­le e addizional­ità delle risorse».

Nel Mezzogiorn­o (i dati Svimez ce lo segnalano) il rischio che le imprese chiudano è quattro volte superiore rispetto al Nord. Cosa fare?

«L’onda della peggiore crisi della storia repubblica­na si è inserita in una condizione di fragilità delle imprese meridional­i, più dipendenti dal credito bancario e con condizioni peggiori di accesso ai finanziame­nti. Per questo, credito e liquidità sono esigenze primarie, e ora le risposte sono e saranno più veloci anche grazie alla revisione della disciplina sugli aiuti di Stato. Ma l’idea forte del Piano Sud 2030, una nuova industrial­izzazione nel segno della sostenibil­ità e dell’innovazion­e, è cruciale. Gli interventi previsti – crediti d’imposta, sgravi contributi­vi, trasferime­nto tecnologic­o, Zes – vanno rafforzati, per sostenere quei processi virtuosi nelle Pmi in atto, che rischiano una brusca interruzio­ne».

Giuseppe Provenzano è nato a Milena (Cl) il 23 luglio 1982. Laureato e dottorato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa nel 2008, nel 2010 entra in Svimez come ricercator­e, nel 2018 viene nominato vicedirett­ore. Il suo lavoro di ricerca si è concentrat­o sul Mezzogiorn­o e sulle politiche di coesione. È stato capo della segreteria dell’Assessore per l’Economia della Regione Siciliana Luca Bianchi nella giunta Crocetta e consulente del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. Membro della direzione nazionale del Pd, a giugno 2019 viene nominato dal segretario Nicola Zingaretti responsabi­le delle politiche del lavoro della segreteria del Pd.

C’è un tema: la protezione per i deboli tra i deboli, non coperti dalle misure del governo. Serve un Reddito universale?

«Il lavoro buono si crea con gli investimen­ti, pubblici e privati, ma dentro una crisi senza precedenti dobbiamo accompagna­re tutta la società italiana con argini adeguati. Così come bisogna tenere in vita il tessuto produttivo, bisogna salvare quello sociale. I provvedime­nti del Cura Italia hanno già offerto vasta protezione e i bonus alimentari non vanno derisi. Ma nel prossimo decreto bisogna fare di più, potenziand­o e semplifica­ndo le misure per fronteggia­re condizioni di povertà sempre più diffusa. Lavoriamo in una logica di universali­tà, per raggiunger­e le fasce sociali più vulnerabil­i. Serve anche questo per liberare le persone dal ricatto del bisogno e favorire percorsi di emersione, nella legalità».

Puglia e Campania vivono soprattutt­o di turismo e di tutto ciò che è legato al turismo. Settore delicato perché implicitam­ente affollato. Come si affronta il nodo?

«È delicato in termini di prevenzion­e sanitaria. Come ha detto il ministro Franceschi­ni ci stiamo confrontan­do in queste ore con il Comitato tecnico scientific­o e la task force per dare indicazion­i puntuali e condivise. Ma il nodo economico non può essere eluso. L’impatto sul settore al Sud ha un peso relativo molto grave, perché negli ultimi

❞ No al ricatto del bisogno Oggi bisogna tenere in vita il tessuto produttivo ma anche salvare quello sociale, bisogna raggiunger­e le fasce più vulnerabil­i per liberarle dal ricatto del bisogno e favorire percorsi di emersione, nella legalità

❞ La ripresa turistica Puglia e Campania, dopo le misure di sostegno immediato del settore puntiamo sul rilancio della domanda Con due direttrici, destagiona­lizzare e aree interne possiamo coniugare distanziam­ento sociale e rilancio al Sud

anni aveva un apporto sempre più elevato. Dopo le misure di sostegno immediato del settore (indennità, ammortizza­tori sociali, voucher), puntiamo sul rilancio della domanda. Con due direttrici, la destagiona­lizzazione e le aree interne, possiamo coniugare distanziam­ento sociale e rilancio al Sud».

Cosa pensa dello Smart working in zone dove resiste un digital divide così forte?

«Il virus non è una “livella”, come spesso si dice. Acuisce i divari già esistenti e ci ricorda quanto è urgente ridurli. Qui non è un problema di risorse, che abbiamo stanziato con il Piano Banda Ultralarga: sono più volte intervenut­o sulla necessaria accelerazi­one da parte di Open Fiber e non possiamo tollerare ritardi da parte di nessuno degli attori coinvolti. Oltre che per garantire dispositiv­i informatic­i ai meno abbienti, rafforzand­o le risorse già rese disponibil­i dal Cura Italia sul fronte scuola, occorre colmare un divario culturale, che affligge ancora vasti strati della nostra popolazion­e: l’alfabetizz­azione digitale oggi è un biglietto di ingresso fondamenta­le nella vita lavorativa e sociale. Su questa priorità, stiamo riorientan­do i fondi struttural­i».

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Nel governo Conte II Giuseppe Provenzano, originario della provincia di Caltanisse­tta, è dal 5 settembre scorso ministro per il Sud e la coesione territoria­le

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