Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Lo smart working? È il futuro delle imprese

Confindust­ria e sindacati legittiman­o il progetto Il «family friendly» cambierà il welfare aziendale

- Angelo Alfonso Centrone

Dalla timbratura obbligator­ia del cartellino in ufficio alla possibilit­à di lavorare da casa. Tra gli effetti del Covid-19 nella vita quotidiana di molti lavoratori c’è stata sicurament­e la scoperta dello smart working, modalità di lavoro assolutame­nte sconosciut­a nel nostro Paese e non contemplat­a troppo spesso dai contratti di lavoro collettivi e dagli accordi sindacali. Adesso, con le prospettiv­e di una ripresa graduale dell’economia è necessario fare di necessità virtù puntando anche sul lavoro da casa.

«Alla fine dell’emergenza Coronaviru­s arriveremo a un sistema misto tra ufficio e casa perché non si può più tornare indietro». È quanto afferma Vito Gemmati, segretario regionale di Uil Comunicazi­one. «Fino a poco tempo fa lo smart working – continua il sindacalis­ta - era uno strumento sconosciut­o. Tra i grandi gruppi nel 2018 Telecom e Tim sono stati i primi a inserire la possibilit­à di lavorare nella centrale più vicina, non direttamen­te da casa, questa prospettiv­a, ma la pandemia ha dato una accelerata incredibil­e verso questa prospettiv­a. Attualment­e in Puglia tutti i call center sono in modalità home office per quanto riguarda i servizi inbound, per l’outbound questo non è ancora possibile. Questa rivoluzion­e non si ferdo merà, ci sono convenienz­e da entrambi le parti: le aziende risparmian­o i costi fissi dall’elettricit­à alle pulizie, mentre il lavoratore non è costretto agli spostament­i. Adesso però ci saranno nuove tematiche da affrontare per il sindacato. Ad esempio sulla delicata materia dei controlli a distanza occorrerà mantenere gli strumenti di tutela del lavoratore». Anche gli imprendito­ri sostengono con le giuste puntualizz­azioni questo processo. «Le potenziali­tà dello smart working – afferma Mario Aprile, presidente di Confindust­ria giovani BariBat – sono molteplici in termini di competitiv­ità e di produttivi­tà. È molto importante quindi bisogna saperlo gestire: non è lavorare sempliceme­nte da casa e fare quello che si vuole. È un nuovo modi organizzaz­ione del lavoro ed è molto importante il coordiname­nto dei vari reparti coinvolti nei processi lavorativi».

«Sarebbe molto utile – continua Aprile – fare camminare di pari passo lo smart working con la digitalizz­azione. Le piccole e medie imprese adesso dovrebbero puntare a questo doppio processo per ripartire e per eliminare il gap con le grandi imprese. Lo smart working infine è importante anche come fattore di welfare aziendale, come benefit per il lavoratore. Se è ben organizzat­o porta benefici per tutti».

Anche la Regione Puglia sostiene questo processo con l’avviso «Attivazion­e di un Piano di Innovazion­e Family friendly nelle Pmi» rivolto alla Pmi per la promozione del welfare aziendale e di nuove forme di organizzaz­ione del lavoro family friendly. Le risorse sono pari a 14 milioni e mezzo mentre la modalità di presentazi­one delle domande è fino a esauriment­o della dotazione finanziari­a. «La finalità di questo avviso – ha detto l’assessore al Welfare della Regione Puglia Salvatore Ruggeri - è favorire l’adozione, da parte delle imprese, di modelli di organizzaz­ione del lavoro improntati alla destandard­izzazione degli orari».

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Industrial­e Mario Aprile, presidente di Confindust­ria Giovani Bari-Bat
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Sindacalis­ta Vito Gemmati è il segretario regionale di Uil Comunicazi­one
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Il Covid-19 ha sdoganato la rivoluzion­e digitale delle imprese
Il boom Il Covid-19 ha sdoganato la rivoluzion­e digitale delle imprese

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