Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Lo smart working? È il futuro delle imprese
Confindustria e sindacati legittimano il progetto Il «family friendly» cambierà il welfare aziendale
Dalla timbratura obbligatoria del cartellino in ufficio alla possibilità di lavorare da casa. Tra gli effetti del Covid-19 nella vita quotidiana di molti lavoratori c’è stata sicuramente la scoperta dello smart working, modalità di lavoro assolutamente sconosciuta nel nostro Paese e non contemplata troppo spesso dai contratti di lavoro collettivi e dagli accordi sindacali. Adesso, con le prospettive di una ripresa graduale dell’economia è necessario fare di necessità virtù puntando anche sul lavoro da casa.
«Alla fine dell’emergenza Coronavirus arriveremo a un sistema misto tra ufficio e casa perché non si può più tornare indietro». È quanto afferma Vito Gemmati, segretario regionale di Uil Comunicazione. «Fino a poco tempo fa lo smart working – continua il sindacalista - era uno strumento sconosciuto. Tra i grandi gruppi nel 2018 Telecom e Tim sono stati i primi a inserire la possibilità di lavorare nella centrale più vicina, non direttamente da casa, questa prospettiva, ma la pandemia ha dato una accelerata incredibile verso questa prospettiva. Attualmente in Puglia tutti i call center sono in modalità home office per quanto riguarda i servizi inbound, per l’outbound questo non è ancora possibile. Questa rivoluzione non si ferdo merà, ci sono convenienze da entrambi le parti: le aziende risparmiano i costi fissi dall’elettricità alle pulizie, mentre il lavoratore non è costretto agli spostamenti. Adesso però ci saranno nuove tematiche da affrontare per il sindacato. Ad esempio sulla delicata materia dei controlli a distanza occorrerà mantenere gli strumenti di tutela del lavoratore». Anche gli imprenditori sostengono con le giuste puntualizzazioni questo processo. «Le potenzialità dello smart working – afferma Mario Aprile, presidente di Confindustria giovani BariBat – sono molteplici in termini di competitività e di produttività. È molto importante quindi bisogna saperlo gestire: non è lavorare semplicemente da casa e fare quello che si vuole. È un nuovo modi organizzazione del lavoro ed è molto importante il coordinamento dei vari reparti coinvolti nei processi lavorativi».
«Sarebbe molto utile – continua Aprile – fare camminare di pari passo lo smart working con la digitalizzazione. Le piccole e medie imprese adesso dovrebbero puntare a questo doppio processo per ripartire e per eliminare il gap con le grandi imprese. Lo smart working infine è importante anche come fattore di welfare aziendale, come benefit per il lavoratore. Se è ben organizzato porta benefici per tutti».
Anche la Regione Puglia sostiene questo processo con l’avviso «Attivazione di un Piano di Innovazione Family friendly nelle Pmi» rivolto alla Pmi per la promozione del welfare aziendale e di nuove forme di organizzazione del lavoro family friendly. Le risorse sono pari a 14 milioni e mezzo mentre la modalità di presentazione delle domande è fino a esaurimento della dotazione finanziaria. «La finalità di questo avviso – ha detto l’assessore al Welfare della Regione Puglia Salvatore Ruggeri - è favorire l’adozione, da parte delle imprese, di modelli di organizzazione del lavoro improntati alla destandardizzazione degli orari».