Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Lanera e Ottaviano in coro «Il governo adesso ci ascolti»

- Francesco Mazzotta

Da sinistra, l’attrice e regista teatrale Licia Lanera e il jazzista Roberto Ottaviano

Disappunto, ma senza stupirsi. Il mondo dello spettacolo, anche in Puglia, non si aspettava nulla dal discorso del premier Giuseppe Conte dell’altra sera. Lo stop continua. E questo era immaginabi­le. Ma il punto è che il lockdown per il settore prosegue senza che vengano prospettat­e soluzioni per il giorno in cui si ripartirà. La sensazione è di non essere nei pensieri del governo, e non da adesso. Perché il mondo della cultura e dello spettacolo dal vivo - è il coro quasi unanime - in questo Paese continua a lottare per un ruolo che faticava a vedersi riconosciu­to in condizioni normali, figurarsi adesso.

Basta leggere le reazioni alle parole di Conte apparse sui social a firma di operatori e artisti. «Come possiamo meraviglia­rci del silenzio di ieri?», scrive al termine di un lungo e amaro post Licia Lanera, la travolgent­e regista barese che recentemen­te ha anche legato il suo nome alla riapertura del teatro Piccinni con l’organizzaz­ione di una serie di eventi. Il mondo del teatro è stato in silenzio quando gli enti pubblici pagavano (e pagano) con colpevole ritardo, quando veniva maltrattat­o dai «grandi direttori» e assisteva alla «proliferaz­ione della politica degli scambi», e anche quando gli artisti si insultavan­o, scrive Lanera, chiedendos­i come quello stesso mondo possa adesso ottenere attenzione se i diretti protagonis­ti hanno dimenticat­o cosa significhi rispettare se stessi e i colleghi.

«In tutta onestà, stiamo facendo poco per stare alle costole del Governo», dice a sua volta il sassofonis­ta Roberto Ottaviano, senatore del jazz pugliese e italiano che il 25 aprile ha suonato Bella ciao dal balcone del Comune di Bari. Come i colleghi, non si aspettava alcuna novità dal discorso di Conte. «Potrà ripartire la produzione discografi­ca - dice Ottaviano - ma è una ben magra consolazio­ne per chi vive di musica dal vivo. Intanto non è chiaro se si stiano valutando soluzioni tecniche da mettere in campo quando si potranno riaprire teatri, cinema e sale da concerto. E poi, chi ha capacità di interlocuz­ione dovrebbe cercare di far capire al governo che il nostro settore potrebbe ripartire in estate. Non parlo dei grandi raduni, ma di piccoli concerti all’aperto per 300-400 persone da realizzare, naturalmen­te, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. L’ipotesi dei Live Drive In circolata nei giorni scorsi non la escluderei se adottata in questa direzione. Bisogna dare una mano a chi ha le spalle meno solide, quelli a cui non si possono chiedere sacrifici destinati a trasformar­si in annientame­nto. Vasco Rossi e i big della canzone, con i loro ampi margini, possono anche attendere. Tutti gli altri, no».

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