Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Lanera e Ottaviano in coro «Il governo adesso ci ascolti»
Da sinistra, l’attrice e regista teatrale Licia Lanera e il jazzista Roberto Ottaviano
Disappunto, ma senza stupirsi. Il mondo dello spettacolo, anche in Puglia, non si aspettava nulla dal discorso del premier Giuseppe Conte dell’altra sera. Lo stop continua. E questo era immaginabile. Ma il punto è che il lockdown per il settore prosegue senza che vengano prospettate soluzioni per il giorno in cui si ripartirà. La sensazione è di non essere nei pensieri del governo, e non da adesso. Perché il mondo della cultura e dello spettacolo dal vivo - è il coro quasi unanime - in questo Paese continua a lottare per un ruolo che faticava a vedersi riconosciuto in condizioni normali, figurarsi adesso.
Basta leggere le reazioni alle parole di Conte apparse sui social a firma di operatori e artisti. «Come possiamo meravigliarci del silenzio di ieri?», scrive al termine di un lungo e amaro post Licia Lanera, la travolgente regista barese che recentemente ha anche legato il suo nome alla riapertura del teatro Piccinni con l’organizzazione di una serie di eventi. Il mondo del teatro è stato in silenzio quando gli enti pubblici pagavano (e pagano) con colpevole ritardo, quando veniva maltrattato dai «grandi direttori» e assisteva alla «proliferazione della politica degli scambi», e anche quando gli artisti si insultavano, scrive Lanera, chiedendosi come quello stesso mondo possa adesso ottenere attenzione se i diretti protagonisti hanno dimenticato cosa significhi rispettare se stessi e i colleghi.
«In tutta onestà, stiamo facendo poco per stare alle costole del Governo», dice a sua volta il sassofonista Roberto Ottaviano, senatore del jazz pugliese e italiano che il 25 aprile ha suonato Bella ciao dal balcone del Comune di Bari. Come i colleghi, non si aspettava alcuna novità dal discorso di Conte. «Potrà ripartire la produzione discografica - dice Ottaviano - ma è una ben magra consolazione per chi vive di musica dal vivo. Intanto non è chiaro se si stiano valutando soluzioni tecniche da mettere in campo quando si potranno riaprire teatri, cinema e sale da concerto. E poi, chi ha capacità di interlocuzione dovrebbe cercare di far capire al governo che il nostro settore potrebbe ripartire in estate. Non parlo dei grandi raduni, ma di piccoli concerti all’aperto per 300-400 persone da realizzare, naturalmente, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. L’ipotesi dei Live Drive In circolata nei giorni scorsi non la escluderei se adottata in questa direzione. Bisogna dare una mano a chi ha le spalle meno solide, quelli a cui non si possono chiedere sacrifici destinati a trasformarsi in annientamento. Vasco Rossi e i big della canzone, con i loro ampi margini, possono anche attendere. Tutti gli altri, no».