Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
No dei sindacati ai novecento tagli della Popolare
Sarà un lungo cammino fino a giugno quando la trasformazione in società per azioni della Popolare di Bari sarà proposta agli azionisti (insieme a un inevitabile ingresso di altri partner nel capitale) con tanto di incognite sui risparmi congelati. E poche ore fa è partito il confronto con i sindacati sul piano industriale che inevitabilmente innesca la protesta dei rappresentanti dei lavorati. Ecco i numeri ufficializzato nel primo incontro: 900 esuberi (600 in rete, 300 in direzione); 510 unità destinate alla mobilità territoriale e/o riconversione professionale; chiusura di 94 filiali (su 291); esternalizzazioni di molte attività; rivisitazione della contrattazione integrativa ed intervento sulla previdenza complementare. «Questa proposta non può essere accettata - dichiarano le segreterie Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin in quanto non tiene conto delle responsabilità del disastro in cui versa la banca. È inaccettabile, specie nell’ottica della pubblicizzata mission di Banca al servizio del Sud».