Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Angarano, lode all’isolamento «Misura giusta»
Sacrosanto il ripristino della quarantena». Lo dice l’infettivologo Gioacchino Angarano commentando il provvedimento della Regione. La cura del professore è chiara: «Per salvarci dalla nuova ondata epidemica in autunno, occorre seguire con scrupolo e attenzione le regole che verranno imposte.
BARI Professor Gioacchino Angarano, ordinario di Malattie infettive a Bari, torna la quarantena per chi arriva in Puglia. È giusto?
«È sacrosanto. Tutto quello che si è sviluppato qui è il frutto di ciò che è successo al Nord, in particolare in Lombardia. È giusto tornare a controllare i movimenti di chi arriva. E chi entra deve sapere che per 14 giorni deve restare a casa in isolamento sociale. Sa perché»?
Perché?
«L’isolamento, una pratica pesantissima da sopportare, si deve osservare con grande senso del dovere. I nostri concittadini pugliesi, che sono rimasti a casa, ci hanno salvato la pelle. Si sono attenuti alle regole e hanno contribuito a superare l’emergenza. Ora siamo agli ultimi focolai».
L’emergenza è finita?
«L’epidemia continuerà, a focolai, e non ce la toglieremo davanti. Ma poiché i pugliesi sono stati disciplinati siamo stati poco colpiti. Sono rimasti accesi solo dei focolai nelle Rsa e neanche in tutte. Insisto: è un grande risultato dei pugliesi».
Pare siano 200 quelli tornati dal Nord e individuati come positivi.
«Sono molti di più. La verità è che, in Puglia come altrove, le diagnosi non vengono fatte in modo esteso: non ci sono molti tamponi e non ci sono medici a sufficienza. Si è scelta la strada dell’ospedale, mentre sarebbe occorsa una medicina più capillare con visite, diagnosi e (ove possibile) cure a casa. In Lombardia e Piemonte hanno scelto la prima strada e non ha funzionato granché. In
Veneto la seconda, ed è andata benissimo. Con l’autunno bisognerà combattere una battaglia casa per casa: in senso letterale».
Cosa prevede?
«L’ondata ci sarà. Potrebbe essere una piccola onda, come al mare quando si fa un saltello per non bagnarsi il costume, oppure un’ondata che ti affoga. La differenza la farà la nostra capacità di monitorare la situazione e intervenire tempestivamente di conseguenza».
Finora non l’abbiamo fatto?
«No, perché non sapevamo cosa stesse succedendo con esattezza. Abbiamo dovuto imparare quasi tutto. In autunno dobbiamo sapere ogni cosa del nostro territorio. Se lo sapremo, capiremo come intervenire e dove chiudere, in caso di necessità. Dobbiamo sapere chi si è infettato, con chi vive e con chi ha avuto contatti. L’ondata arriverà in tutto il mondo: dipenderà da noi se ci travolgerà oppure no».
Come giudica la fase 2? C’è chi vorrebbe aprire prima, si veda i parrucchieri.
«Se si attengono alle indicazioni dei tecnici e dei medici e rispettano le regole, io dico perché no? Così come trovavo sbagliata l’idea che non si potesse andare in campagna a curare l’orto (dove peraltro ci sono meno possibilità di contatti). C’è una serie di situazioni da rivalutare con intelligenza. Il vero problema sono le fabbriche, con centinaia o migliaia di operai da far muovere sui mezzi pubblici. Occorrono soluzioni a questo specifico problema».
E la Messa in chiesa?
«A certe condizioni, direi di sì. Magari con i fedeli che si alzano la mascherina e prendono da soli la comunione. Non credo che i vescovi siano persone avventate. Del resto, non capisco perché i musei aperti sì e le chiese no».
Delle vacanze al mare cosa pensa?
«Con intelligenza e con prudenza al mare si può andare. Per fortuna,non abbiamo situazioni di affollamento come a Rimini o Riccione. Le nostre spiagge sono diverse. La mia sensazione è quest’anno arriveranno pochi turisti da fuori. Il Gargano o il Salento non saranno affollati come di solito. I pugliesi potrebbero scegliere quelle spiagge perché meno affollate. Purché con regole molto precise. Il futuro lo vedo così: un sistema di regole da seguire con scrupolo e intelligenza».
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