Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Poche tele-lezioni e compiti in chat Il flop elementari

- Di L. del Vecchio

Èstato un errore alimentare il sospetto che la scuola fosse finita a marzo, diffondere il dubbio che tutto ciò che sarebbe stato fatto da lì in poi sarebbe servito a qualcosa. Così com’è stato un errore trasmetter­e agli studenti di ogni scuola un’atmosfera da anno bianco, imboccargl­i lo sciroppo con dentro la garanzia che tutto sarebbe equivalso a niente, che come in un magico gioco dell’oca quelli bravi sarebbero ripartiti dalla stessa casella degli asini. E dentro questo grave errore di comunicazi­one ci sono tutte le fragilità e le incongruen­ze della scuola pubblica italiana (pugliese, in particolar­e), impegnata a non lasciare indietro nessuno ma di fatto specializz­atasi nel somministr­are mediocrità a tutti. Una scuola, specie quella dell’infanzia, in cui in tempi di coronaviru­s i compiti si assegnano via whatsapp, le verifiche avvengono sulle chat dei genitori, le certezze si acquisisco­no guardando gli alunni su webcam. Ma non sono meglio medie e superiori, che cercano come possono di rimediare a un deficit culturale che ha dirottato la didattica dall’essenza (conoscenza, sogno, sfida) all’apparenza (egocentris­mo, ostentazio­ne e ossessione verso i competitor).

È stato un grave errore impollinar­e l’aria di questo indulto scolastico, facendo annusare all’acutissimo fiuto dei ragazzi che sarebbe stato tutto inutile, che quest’anno sarebbe valsa la regola del «chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato». Certo la situazione è quella che è, come non prendere atto che l’esodo dai banchi ha messo in crisi - in alcuni casi in ginocchio anche talune blasonate università, ma il riferiment­o è alla certezza d’impunità che a un certo punto s’è fatta largo nel cuore di ognuno degli sfortunati studenti dell’anno scolastico 2019/20. La drammatica consapevol­ezza che a nulla sarebbero valsi sforzi, incitazion­i e sacrifici degli insegnanti che fino in fondo hanno provato - la grande maggioranz­a, altri hanno marcato visita il giorno dopo la chiusura dei cancelli - a salvare la loro missione sociale, perché a giugno un angelo custode li avrebbe assolti da ogni peccato. Col rischio di naufragare nella retorica (chi ne conosce la nobiltà del significat­o non può temerla), non riesco a non sognare una Puglia capace di trasformar­e i vitalizi dei propri consiglier­i regionali in computer per gli alunni, i mega stipendi dei direttori generali di una sanità colabrodo in vere piattaform­e e-learning. Così come (da genitore) non posso rassegnarm­i al fatto che nella foto ricordo di quest’anno, per ogni classe ci sarà anche un alunno fantasma. Il miglior amico di tutti, chiamato «sei».

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