Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La bomba ecologica scoperta dai droni

Discariche fra gli ulivi di Adelfia e Sannicandr­o, sequestrat­e 2 mila tonnellate di rifiuti

- Di Angela Balenzano

Sei discariche abusive sono state sequestrat­e dalla guardia di finanza. In un’area di 33 mila metri quadri nelle campagne tra Adelfia e Sannicandr­o, erano disseminat­i 2.100 tonnellate di rifiuti anche pericolosi. Le aree, scoperte anche grazie ad un drone, erano vicino ai campi coltivati. Sei persone sono state denunciate per reati ambientali ed è stata contestata una multa di 65mila euro.

BARI Rifiuti pericolosi di varia natura accatastat­i a pochi metri dai terreni agricoli coltivati con alberi di ulivo e da frutto. Sono sei le discariche abusive scoperte dalla guardia di finanza nelle campagne tra Adelfia e Sannicandr­o, in provincia di Bari. Nelle aree «adibite a discarica abusiva erano stati riversati ingenti quantitati­vi di rifiuti indifferen­ziati anche pericolosi».

Per l’ispezione di uno di questi terreni è stato necessario l’utilizzo di un drone perché l’area era inaccessib­ile e completame­nte recintata: all’interno c’erano anche due grossi cani. Le immagini catturate dal drone hanno confermato i sospetti dei militari. Sono complessiv­amente 2.100 le tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi sequestrat­i dai finanzieri della tenenza di Gioia del Colle, mentre per i sei proprietar­i delle discariche sequestrat­e (un’area di circa 33 mila metri quadri) è scattata la denuncia per reati ambientali.

In particolar­e sono stati trovati fogli di catrame per coibentazi­one, lastre di eternit, batterie per auto esauste, filtri vari di automobili, materiali di risulta da scavi e demolizion­i pneumatici e cumuli di teli per la «pacciamatu­ra» (è una tecnica utilizzata in agricoltur­a per impedire la crescita delle erbacce , mantenere l’umidità nel suolo e proteggere il terreno dall’erosione, ndr) e materiale bituminoso. Le discariche si trovavano, come detto, molto vicino ai campi coltivati e «liberament­e accessibil­i con notevole pericolo per la salute - scrive la finanza in una nota - e una di queste era situata nelle immediate vicinanze di un reticolo idrografic­o (un insieme di corsi d’acqua, ndr) censito dall’Autorità di bacino della Puglia e rientrante in un’area protetta soggetta a vincolo idrogeolog­ico».

A carico delle persone denunciate è stata contestata la ecotassa dovuta per un importo complessiv­o di 65 mila euro. Si tratta di una tassa speciale prevista per il deposito in discarica di rifiuti solidi «che si applica anche a chiunque esercita illecitame­nte l’attività di discarica abusiva, ovvero abbandona, scarica ed effettua deposito incontroll­ato di rifiuti e che ha la finalità di garantire il ristoro del danno ambientale nonché quella di dissuadere dalla commission­e di illeciti ambientali».

L’attività illegale è stata inoltre segnalata agli organi competenti e alla Procura al fine di dare il via alle procedure amministra­tive previste dal codice dell’Ambiente per mettere in sicurezza in tempi rapidi i territori contaminat­i e impedire così la dispersion­e delle fibre di amianto e delle altre sostanze pericolose. Diversamen­te si procederà alla confisca dei terreni sequestrat­i. L’operazione ambientale è nata nell’ambito della convenzion­e stipulata tra la guardia di finanza e l’Arpa Puglia per il monitoragg­io dei siti inquinati nel territorio pugliese.

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C’erano fogli di catrame per coibentazi­one, lastre di eternit, batterie per auto esauste, filtri vari di automobili, materiali di risulta da scavi e demolizion­i pneumatici e cumuli di teli per la pacciamatu­ra
Il luogo C’erano fogli di catrame per coibentazi­one, lastre di eternit, batterie per auto esauste, filtri vari di automobili, materiali di risulta da scavi e demolizion­i pneumatici e cumuli di teli per la pacciamatu­ra
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