Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LAVORARE A UN’IDEA DI FUTURO

- di Rosanna Lampugnani

La prossima settimana si dovrebbero tenere a palazzo Chigi i cosiddetti Stati generali” per rilanciare l’economia e utilizzare al meglio la pioggia di danaro che l’Europa farà arrivare sull’Italia. Molti sono i dubbi sull’efficacia dell’appuntamen­to, tuttavia si guarda con particolar­e attenzione a quanto dirà Confindust­ria dopo le polemiche tra il suo presidente Carlo Bonomi e il capo del governo Giuseppe Conte. In concreto, l’associazio­ne degli imprendito­ri cosa proporrà per l’Italia? Parlerà solo di tasse, di riforma della burocrazia, dei crediti che le aziende vantano con lo Stato? O sarà presentato un progetto di lungo respiro? Perché non è più tempo di cahiers de doléances senza proposte argomentat­e e dunque la questione va posta anche al sistema economico pugliese, tanto più alla vigilia di una tornata elettorale importante che vedrà in campo da sinistra Michele Emiliano, presidente regionale uscente, e da destra, molto probabilme­nte, Raffaele Fitto, l’ex presidente battuto da Nichi Vendola, il quale governò poi per dieci anni.

All’appuntamen­to d’autunno la Puglia, come tutti i territori, arriverà segnata socialment­e ed economicam­ente dal virus che ci si augura non riesploda con virulenza in autunno: il prodotto interno lordo a fine anno scenderà del 10%-12%, molte imprese non si presentera­nno all’appello del 2021, la disoccupaz­ione tornerà a salire e la povertà inevitabil­mente crescerà.

Se queste previsioni saranno confermate come si dovrà fronteggia­re tale emergenza? Finora si sono fatti avanti con suggerimen­ti e auspici Obi, l’Osservator­io banche imprese, che con la firma di molti economisti meridional­i ha indirizzat­o il 30 aprile una lettera al capo del governo (si propone la ridefinizi­one del cuneo fiscale, la revisione delle addizional­i locali, la centralità del sistema sanitario, della scuola, dell’università e della ricerca, l’attenzione all’utilizzo dei fondi struttural­i); e quindi Svimez che ieri, con il direttore Luca Bianchi, é intervenut­a sottolinea­ndo la necessità di «una politica nazionale orientata alla ricostruzi­one dei diritti di cittadinan­za nei trasporti, nella sanità, nell’istruzione», anche perché «un pezzo di

Paese ha da tempo il motore spento e va riacceso» e per questo si deve mettere «il Mezzogiorn­o nelle condizioni di rafforzare il suo apporto alla crescita nazionale, contribuen­do anche all’attivazion­e della domanda interna».

Nel Sud la Puglia è una delle Regioni che nell’ultima decina d’anni ha lavorato meglio, soprattutt­o sul fronte dell’innovazion­e, della cultura e del turismo, anche perché chi la guidava aveva - come dice il direttore di Obi Antonio Corvino - «una visione di lungo respiro, che oggi manca». Però a differenza del passato, una nuova strategia deve essere costruita non più da un singolo soggetto,

ma da una pluralità di interlocut­ori in grado di suggerire la migliore utilizzazi­one del denaro in arrivo, sapendo creare capacità di spesa - come non si è fatto con i fondi Ue. La Puglia - caso Ilva/Arcelormit­tal a parte - ha tutte le chance per farlo se riesce a guardare alle esigenze del territorio, anche le più piccole e minute, quindi più pervasive e per questo tocca alla sua classe dirigente, agli imprendito­ri come ai politici, ai sindacati come ai rappresent­anti delle profession­i, rimboccars­i le maniche e farsi avanti per offrire un’idea di futuro per la regione. La sfida riguarda tutti.

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