Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Decaro e i presidi in coro «No al plexiglass in classe»
Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci ha partecipato all’incontro nazionale per discutere sulle proposte per la riapertura
Le proposte elaborate dal governo per il ritorno in classe a settembre non convincono né il sindaco di Bari, Antonio Decaro («per far sì che ciò accada occorrono risorse e personale»), né molti presidi. Giovanni Magistrale del liceo Scacchi, per esempio, boccia senza mezze misure i divisori di plexiglass in aula.
BARI Scuole aperte, “tornare in classe” in sicurezza, dopo la chiusura dovuta all’emergenza sanitaria per la pandemia da Covid-19, è la parola d’ordine di settembre. Lo dice il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Lo conferma la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Ma fanno discutere non solo le modalità, prima fra tutte quella del distanziamento fisico attraverso l’uso di pannelli di plexiglass in classe e le visiere e mascherine. A preoccupare sindaci e presidenti di Regione sono norme chiare, risorse e personale. Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro chiede, insieme al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, linee guida chiare, ma soprattutto «norme e risorse mirate. Solo così – spiega il sindaco di Bari - potremo continuare a garantire il servizio che richiede più personale e spazi diversi per mantenere il distanziamento sociale».
A Bari sono circa 40 mila gli studenti delle scuole dell’infanzia, elementari e medie a cui il primo cittadino deve garantire un rientro in sicurezza. Per non parlare della città metropolitana e delle scuole superiori. Anche l’assessora all’Istruzione del Comune di Bari, Paola Romano, interpellata dal Corriere già nei giorni scorsi, aveva rappresentato il problema del personale. «Necessario aumentare le risorse umane disponibili – ripete l’assessora -. Se il numero di alunni nelle classi va diminuito, va potenziato il numero degli insegnanti. Un tema – torna a ricordare l’assessora Romano – che avevo già posto al ministero in tempi non sospetti». Concetti ribaditi da Decaro nell’incontro tra governo, enti locali e parti sociali sulla ripresa della scuola:
«È indispensabile riaprire le scuole – spiega Decaro – e i
Antonio Decaro Sarà necessario riorganizzare anche i servizi di mensa e trasporti
sindaci non si tirano indietro, ma il problema delle risorse e del personale necessario per garantire la riapertura nel rispetto delle prescrizioni del comitato tecnico scientifico è imprescindibile». Ma a regnare sovrana per il momento è l’incertezza. «Abbiamo fatto presente al governo - continua Decaro - una serie di necessità urgenti: sblocco dell’assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto, un vero piano dei tempi che consenta di evitare gli spostamenti si concentrino nelle ore di punta».
La ministra Azzolina da parte sua rassicura: «Stiamo mobilitando risorse per oltre 4 miliardi di euro e ci sarà subito un nuovo stanziamento di altri 330 milioni per l’edilizia scolastica leggera». Resta nel limbo la questione della riapertura dei nidi comunali. A Bari sono oltre 11mila i piccoli in attesa con le loro famiglie. Critica la situazione delle scuole d’infanzia comunali. Decaro ricorda che “vengono fuori da una situazione di carenza di organico, per effetto della riduzione del turn over, già precedente all’emergenza».
Tra le misure urgenti sul tavolo, le deroghe ai limiti di assunzione a tempo determinato, la proroga delle graduatorie in scadenza a settembre 2020, la possibilità di affidare incarichi temporanei annuali agli educatori per i servizi educativi per l’infanzia e relative risorse per sopperire alla carenza di organico, acuita dalle norme per contenere i rischi di contagio, nonché la riorganizzazione dei servizi di refezione e trasporto scolastico, servizi che accresceranno i costi a carico dei Comuni. Per l’edilizia scolastica, Decaro annuncia un emendamento al Dl rilancio in corso di conversione. «Per far ripartire l’attività scolastica in presenza nelle scuole comunali italiane – conclude – servono 620 milioni complessivi».