Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Nove morti ogni 100 mila abitanti L’Istat conferma: i peggiori al Sud
Il rapporto ha analizzato la percentuale dei decessi nei primi 4 mesi dell’anno. Mentre in 9 regioni italiane ieri nessun decesso, in Puglia se ne sono registrati 7
Quanto è cresciuta la percentuale di morti con il coronavirus? Tra le regioni del Sud, quelle considerate a bassa e media diffusione dell’epidemia, la Puglia è la più alta per tasso di mortalità. Ci si ammala poco ma si muore tanto. L’Istat e l’istituto superiore della Sanità hanno stilato un rapporto che sintetizza in numeri e percentuali l’impatto dell’epidemia Covid sui decessi tra la popolazione nei primi quattro mesi, da quando cioè è scoppiata l’epidemia fino al 25 maggio. E analizzando i dati provincia per provincia, al Sud quelle pugliesi sono tutte in testa per rapporto percentuale di decessi delle persone che hanno contratto il virus. Brindisi, caso unico al Mezzogiorno, è passata da una fascia bassa a una media proprio per il picco di contagi e decessi registrati negli ultimi due mesi. E le cattive notizie non finiscono qui: dall’inizio dell’epidemia a oggi non si sono mai registrati zero contagi (ieri altri cinque casi). I casi in Puglia, al 25 maggio, erano 4.468, ad aprile solo 357, mentre un picco si è registrato a marzo con 2.127 casi e febbraio con 1.981. Ma ciò che impressiona è che qui si muore ancora tanto. Ieri ci sono stati 7 morti che portano a i 521 casi totali dall’inizio della pandemia. Un caso emblematico visto che ieri in nove regioni italiane non ci sono stati altri decessi.
Cosa succede? Innanzitutto i dati vanno compresi per essere analizzati. In questo rapporto, oltre ai valori assoluti dei decessi per Covid-19, sono stati calcolati anche i cosiddetti tassi standardizzati di mortalità, che consentono di effettuare un confronto tra le province. Così sono state disegnate tre aree, quelle a diffusione alta che hanno un tasso di mortalità pari a 84,1 decessi ogni 100.000 residenti, quelle a diffusione media 20,2 e quelle a diffusione bassa 5,7 decessi. La Puglia con 521 decessi ha un tasso di mortalità più alto della media perché è pari a 9,3 decessi per 100 mila abitanti (dovrebbero essere al massimo 5,7), la Basilicata è 2,9, la Campania a 4,2. Nelle città della provincia di Brindisi il tasso è 11,6 con 58 decessi (al 25 maggio) e un picco ad aprile del 19% in più di decessi. Foggia sfiora la classe alta invece con 19.2 e un picco del 20% a marzo per un totale di morti pari a 125. Anche Bari, tra le città a bassa diffusione ha una percentuale alta di morte, con un picco del 13,9% ad aprile e un tasso di mortalità pari a 9,2 con i suoi 120 decessi. Va peggio alla provincia Bat con un tasso di 11,4, con 40 morti e un picco del 18% a marzo. Tasso sotto la media a Taranto con 4,2 e 26 morti. Stessa cifra a Lecce con 37 decessi.
Per l’Istat le differenze provinciali tra i tassi di mortalità di casi Covid-19 nelle stesse fasce di diffusione (per la Puglia
sono medie e basse) possono dipendere da diversi fattori: la diversa strategia nell’effettuare la diagnosi microbiologica estensivamente (modello Veneto) o meno alla popolazione, così come la concentrazione eterogenea dell’epidemia in classi di età ad alta mortalità (come in Puglia o in Basilicata dove si ammalano anziani). Pier Luigi
Lopalco, epidemiologo e responsabile della task force emergenza in Puglia, spiega i numeri.
Dice: «Qui sono morte perlopiù persone anziane, ci sono stati focolai in diverse residenze per anziani. Lo dico da quando è scoppiata l’epidemia: questo andamento è dipeso dal fatto che le persone colpite dal virus in Puglia sono molto in là con l’età e hanno avuto meno speranze rispetto ad altri più giovani». Sulla difficoltà ad arrivare a zero contagi conclude: «Spero non arrivi mai lo zero, vuol dire che abbiamo smesso di cercare i positivi che invece ci sono e sono asintomatici, ma noi li troviamo».
❞ Pier Luigi Lopalco Questo andamento è dipeso dal fatto che le persone colpite dal virus in Puglia sono molto in là con l’età