Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La favoletta del «re» virus

Come tenere buona una bambina di due anni a cui mancano tutte le maestre dell’asilo nido

- Di Marina Dimattia

Con un appello di Alessio Viola abbiamo chiamato a raccolta scrittori e intellettu­ali: lo scopo è capire come sta cambiando la nostra vita al tempo del coronaviru­s, offrendo ai lettori spunti e riflession­i che aiutino a passare la nottata. Oggi vi proponiamo un contributo di Marina Dimattia, funzionari­a del Polo museale della Puglia e giornalist­a. Chi vuole può mandare il suo testo (non più di 5500 battute spazi inclusi, con foto e biografia dell’autore) all’indirizzo e-mail redaz.ba@corrierede­lmezzogior­no.it.

Favoletta semiseria raccontata a una bambina di due anni che, ogni giorno, tra un girotondo con mamma e papà e un «tanti auguri a te», continua a infilarci i nomi delle insegnanti: Nina, Nicla, Dominga, Checca, Filomena, Chiara. Cinque mesi di nido, seppur tra vari malanni di stagione guariti con mini quarantene in casa, non sono pochi per imprimersi come la sua quotidiani­tà.

«Sai amore prima o poi le rivedrai tutte le maestre, ma per il momento non possiamo incontrarl­e. C’è un cattivo, alto e un po’ goffo, che ha rubato le chiavi con cui i bidelli aprivano i cancelli delle scuole. Lo riconosci anche perché stringe tra le mani un disegnino, sembra la sua coperta di Linus. Su quel foglio di carta è dipinta una corona. Ma figurati se è lui il sovrano! Ha sottratto quel foglio a un dottore che lavora in ospedale, a cui sua figlia lo aveva regalato. C’è anche una dedica: «Papà sarai sempre il mio re». Non puoi immaginaqu­anto ci sia rimasta male quella bambina, quando ha saputo del furto.

E comunque, ti do ancora qualche indizio, non si sa mai lo vedi passare mentre sei affacciata dal balcone. Il ladro ha le sembianze di un lupo, per questo sono tutti spaventati. Sempre lui, ai confini della perfidia, ha deciso che anche pizzerie e negozi di giocattoli restassero chiusi per un po’ di tempo. E nessuno ha osato contraddir­lo. E per finire, non abbastanza contento, ha pensato bene di bloccare gli ingressi nei parchi e sui gonfiabili, divertendo­si tutto solo a salire e scendere da scivoli e altalene senza avere tra i piedi nessuno. Guarda un po’ che presuntuos­o! Comportand­osi così, per altro, ha fatto un doppio torto: a restarci molto male sono stati anche i nonni che accompagna­vano i nipotini sulle giostrine. Molti di loro si stanno lasciando andare, soli in casa e in preda alla tristezza.

Per fortuna che Polizia e Carabinier­i sono sulle tracce del malvagio. Per questo siamo tutti costretti a restare in casa il più possibile per evitare di imbatterci nei suoi dentoni. Ma, ahimè, sai in quanti non stanno ricuperand­o spettando queste indicazion­i? Non vorrei proprio essere nei loro panni quando per strada quel lupo crudele in un solo boccone li farà fuori. Noi, amore, cerchiamo di resistere. Non importa se continuere­mo a restare in queste quattro mura ancora per un po’, tanto fino a quando fuori sarà tutto chiuso, che senso ha uscire di casa? Quando finalmente lo beccherann­o, tutto questo tempo in ciabatte sarà solo un vecchio ricordo. Ci rideremo su.

Sia chiaro, però, per qualche mese ancora, anche dopo che lo avranno sbattuto in carcere rere il disegnino e le chiavi delle scuole, vedremo in giro persone con la mascherina sul viso. Non escludo di metterla anch’io. È sempre colpa sua, sai. Quel furfante maldestro, avendone le chiavi, è entrato nelle scuole e ha versato dappertutt­o l’amuchina e altri disinfetta­nti conservati nei magazzini. Non ti dico come ha ridotto le strade, le panchine e le giostre. Ogni oggetto è stato cosparso con quei prodotti, lasciando una puzza incredibil­e dovunque. A noi, come a tanta gente, l’amuchina fa davvero schifo. Per questo ci vorrà un po’ di tempo perché non ci si imbratti le mani e non si avverta più il cattivo odore in giro. Quindi sarà fondamenta­le lavarsi spesso e, per non cedere al disgusto, indossare la fastidiosi­ssima mascherina. Se vuoi, ne compro una anche a te. Considera che basterà solo osservare attentamen­te per capire se i nonni sorridono, se i cuginetti stanno scherzando, se mamma e papà sono arrabbiati. E poi, non ci peserà più di tanto, perché non appena varcheremo di nuovo la soglia del portone e andremo incontro al sole, i nostri occhi vedranno cose mai notate prima. Forse anche le gambe faranno fatica a camminare. Per fortuna verranno in soccorso le braccia. Sarà come se all’improvviso avessimo imparato a volare, sulle ali della libertà.

Quel giorno festeggere­mo il compleanno del mondo. Tutti insieme. Noi, i nonni, le maestre, i tuoi amichetti di scuola, la figlia del dottore, sua madre... Ma il regalo, pensa, non saremo noi a farlo a lui, ma esattament­e il contrario. Pare stia organizzan­do una festa a sorpresa. Teniamoci pronti. Sarà la sorpresa più bella di sempre che il mondo avrà fatto all’umanità.

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Una corona su un foglio di carta: illustrazi­one del coronaviru­s preparata da una bambina

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