Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Una svolta tra Stato e Regioni per il rilancio
Comunque si pensi, il tavolo al quale l’Italia è chiamata a giocare la sua partita è il Recovery Fund ed eventualmente il Mes. Vincere o perdere dipenderà dal Recovery Plan, vera e propria condizionalità “sine qua non”. Si tratti di “fondo perduto” o di prestiti il processo sarà pluriennale. Il che dovrebbe comportare una relazione non solo tra maggioranza e opposizione (quali che siano) ma anche con parti sociali, portatori di interessi, saperi e intelligenze di tipo assolutamente nuovo. Niente riforme, niente risorse. In altre parole si verrebbe cacciati dal tavolo non solo perché perdenti ma tacciati di essere dei bari.
Le condizioni principali sono note: digitalizzazione, innovazione tecnologica, infrastrutture, green economy, taglio netto della burocrazia. Già la proposta di Dario Franceschini di prolungamento dell’Alta Velocità al Sud è il primo banco di prova e, non a caso, la proposta viene da chi si occupa di Beni Culturali e Turismo là dove il nesso tra gli uni e l’altro è più che evidente e ancora più evidente il nesso con un sistema di trasporto, rapido, efficiente e confortevole. Una mobilità veloce in grado di coniugare emozioni e attrattori turistici di rilievo che nel Mezzogiorno, grazie a Dio, non mancano (superbi centri storici, città Unesco, marine d’incanto, una rete articolata di piccoli, medi e grandi musei, giacimenti enogastronomici); ma anche di collegare in brevissimo tempo le aziende all’avanguardia, il terziario avanzato, i centri di ricerca e le università meridionali col resto d’Europa.
La questione riguarda direttamente la Puglia che già dispone di un sistema aeroportuale eccellente e forse dovremmo ricordare chi, a suo tempo, condusse e vinse la battaglia per la concessione statale quarantennale e mantenne la schiena dritta contro le pressioni per privatizzazioni che già si preannunciavano interessate più a drenare liquidità che a fare investimenti. Ma c’è un ma.
L’emergenza pandemia ha rilevato nella relazione Stato-Regioni un punto di straordinaria debolezza. Rimpalli di responsabilità, indistinguibilità delle competenze, confusioni normative e soprattutto molta, troppa chiacchiera “politicienne”. Senza una rapidissima ridefinizione di questo controverso rapporto nessun Recovery Plan può avere successo. Pur senza infierire, non è concepibile che una Regione di grande rilievo come la Puglia giochi sul futuro della siderurgia, dell’agricoltura, di importanti settori del sistema bancario e dell’approvvigionamento energetico come è accaduto in questa legislatura. Il più efficace disincentivo allo sviluppo è la miscela di insipienza e demagogia. Perché la Puglia possa sedere dignitosamente al tavolo del Recovery Plan ci vuole l’esatto contrario: grandi capacità tecniche e amministrative e grandissimo realismo politico.
Che il clima possa cambiare lo attesta a livello nazionale il notevole successo dell’asta dei Btp decennali. Ho sempre pensato che un Paese che produce le Ferrari, può raggiungere l’eccellenza in qualsiasi campo. Che la Ferrari abbia, in pochi giorni, preso a produrre valvole per respiratori polmonari mi ha confermato in questo pensiero. Inventiva, creatitività, cultura, velocità contro demagogia, insipenza, ignoranza, immobilismo. In fondo il Recovery Plan invita (o se vogliamo obbliga) l’Italia e anche la Puglia, a liberarsi delle proprie catene. E viene in mente Primo Levi. “Se non ora, quando?”.