Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La lunga notte di Fitto Leader riuniti a Roma per sciogliere la riserva
Salvini, Meloni e Tajani riuniti fino a notte per tentare di ritrovare la pace Resta il derby Fitto-Altieri. E Renzi conferma: noi in Puglia contro Emiliano
Èiniziato all’incirca verso le 22 il tavolo nazionale del centrodestra che ieri sera era chiamato a sciogliere la riserva sui candidati governatori nelle Regioni in cui si voterà non prima di settembre. Per la Puglia l’indiziato principale a sfidare Emiliano, prima che iniziasse il vertice, era certamente l’eurodeputato Raffaele Fitto (FdI), favorito sul candidato leghista Nuccio Altieri.
BARI Una decisione che hanno cercato per tutta la giornata, ma che alle 23 di ieri sera non era ancora maturata. Il vertice dei tre leader nazionali di centrodestra – per decidere il candidato presidente per le Regionali – è slittato di ora in ora. Prima convocato alle 19, poi alle 20.30, infine slittato a poco prima delle 22 per attendere l’arrivo di Matteo Salvini che aveva trascorso la giornata nelle Marche e in Abruzzo. Lo hanno atteso a Roma Antonio Tajani (FI) e Giorgia Meloni (FdI), entrambi intenzionati a tenere testa alle richieste del leader della Lega, soprattutto a quella politicamente più insidiosa: rimettere in discussione la loro precedente intesa e assegnare alla Lega la candidatura in una delle Regioni meridionali.
La giornata si era aperta in senso opposto ai desiderata del leader della Lega, con dichiarazioni perentorie di Forza Italia, a favore di Raffaele Fitto (FdI) in Puglia e del suo Stefano Caldoro in Campania. Nei fatti era la riproposizione integrale del patto di dicembre: ossia la presidenza del Copasir alla Lega (come è stato), la conferma di Toti in Liguria e Zaia in Veneto, Emilia e Toscana alla Lega, Campania e Calabria a FI, Marche e Puglia a FdI (in alcune Regioni si è già votato). Ieri mattina è intervenuto prima Silvio Berlusconi, parlando al «Mattino», e poi il vicepresidente di FI, Antonio Tajani, ospite di radio Rtl 102.5: «Ci sono degli accordi che erano stati presi – ha detto Tajani – e non abbiamo individuato candidati migliori di Caldoro e Fitto». L’allusione era ai sondaggi commissionati dal centrodestra (svolti da Emg e Noto) che li collocano in vantaggio sui rispettivi avversari interni del centrodestra: in Puglia si tratta del leghista Nuccio Altieri e del giornalista Francesco Giorgino (fatto sondare dalla Lega come eventuale espressione della società civile).
Capita tuttavia che gli accordi si facciano e poi si rimettano in discussione: Salvini è stato indotto a frenare sull’intesa di dicembre, per varie ragioni. La prima è una discreta pressione salita dai territori, soprattutto dalla Puglia: qui una parte dei dirigenti leghisti, ex fittiani, chiedeva di misurarsi direttamente con la candidatura anche in opposizione alla figura di Fitto.
L’altra ragione è squisitamente politica. Salvini, nei sondaggi relativi alla scena nazionale, ha perso consensi a favore di Meloni (ieri è risalito al 27,3% e riguadagnato qualche decimo di punto in quella che i militanti si augurano sia una risalita costante). Ragione per cui ha deciso di puntare i piedi e imporre la logica del più forte, nel tentativo di frenare FdI.
Meloni ha reagito, al pari di Forza Italia, invocando il rispetto dei patti. E sottolineando, in varie occasioni, che l’accordo di dicembre è da considerarsi «al ribasso» rispetto al gradimento crescente che FdI conquista tra gli elettori. Ciò nonostante Meloni non ha mai chiesto di rimettere in discussione l’accordo, caso mai ha chiesto che venisse osservato con scrupolo. Da qui il punto fermo su Fitto.
In attesa di capire chi sarà a rappresentare il centrodestra, tra gli avversari dell’uscente Emiliano è già pronta la grillina Antonella Laricchia (sembra destinato all’insuccesso l’appello ad un accordo con il M5S arrivato dal pd Alberto Losacco). Si attende invece il candidato di Italia Viva. Il leader Matteo Renzi lo ha ribadito ieri mattina. «A naso – ha detto parlando in tv – credo che in Toscana, Campania e Marche, Italia Viva correrà al fianco del Pd e credo che saremo decisivi. In Puglia no, perché lì c’è Emiliano, simbolo del Pd che non è il nostro. In Liguria e Veneto ne stiamo discutendo». Renzi, dunque, scende in campo con un proprio candidato per sottrarre voti decisivi a Emiliano. Il candidato di Iv potrebbe essere, come si era ipotizzato mesi fa, il sottosegretario Ivan Scalfarotto. La data più probabile per il voto è il 20 settembre.