Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ghemon al Medimex: «Serve contatto fisico»
Se negli astri pensiamo di leggere il nostro destino, per Ghemon (all’anagrafe Gianluca Picariello) l’appuntamento con se stesso, al quale si è dovuto a un certo punto presentare, era Scritto nelle stelle, come recita il titolo del suo recente disco urban soul, balzato in testa alle classifiche quand’è uscito due mesi fa.
Nel frattempo il fato ci aveva consegnato qualcosa di enorme, una pandemia mondiale.
Era scritta nelle stelle anche questa?
«Probabilmente sì
- risponde il rapper e cantautore avellinese
- e si sta rivelando un test. Non so se diventeremo migliori, ma dalle difficoltà si impara sempre qualcosa, come dico nel mio disco».
Un bel coraggio pubblicarlo in pieno lockdown.
«Un album più leggero lo avrei tenuto nel cassetto. Ho pensato che un lavoro con dei temi più profondi sarebbe stato premiato. E dai riscontri non si è trattato di un sasso nello stagno».
Com’è arrivato a sintetizzare l’antitesi tra rap e melodia?
«Quando ho scoperto che il rap aveva dei genitori nel r’n’b che si chiamano James Brown, Stevie Wonder e Marvin Gaye. Anche se non è facile portarli nella canzone italiana».
Dopo due anni torna al Medimex, ma in streaming, peraltro tema dell’incontro. Che futuro ci aspetta?
«L’uomo è un animale sociale che ha bisogno del contatto fisico. Per cui immagino il live streaming solo come supporto in particolari circostanze».
Il Paese si avvia verso la fase 4: la musica italiana a che punto si trova?
«Il lockdown ha messo in luce quanto nel nostro settore si possa davvero parlare poco di privilegi e quanto fosse necessario inquadrare la questione in termini di lavoro».
C’è stato un altro momento in cui ha provato la stessa insicurezza?
«Neanche la depressione di cui ho sofferto (Ghemon l’ha raccontata in un libro, ndr) può essere paragonabile a questa fase, che lascerà degli strascichi. La paura si è insinuata sotto pelle».
Su Twitter si è lamentato con Diodato: alla fine li ha riavuti i cinque euro che gli aveva prestato?
«Non ancora (ride, ndr). Adesso dovrà aggiungere gli interessi, visto che nel frattempo ha vinto Sanremo e David di Donatello. Scherzi a parte, Antonio si merita tutto questo successo. E sono davvero fiero di avere un amico come lui. Viva Diodato!».