Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Al trotto con il pubblico Taranto riapre l’ippodromo
Termoscanner e mascherine sulle tribune: riaperto al pubblico l’ippodromo Paolo VI
TARANTO Il calcio è a porte chiuse, il tennis ancora non riparte, il calcetto impone tackle a distanza e zero spettatori. Solo i cavalli tornano in pista riportando gli appassionati ai botteghini delle scommesse e in tribuna. Da due giorni l’ippodromo Paolo sesto di Taranto ha riaperto i cancelli al pubblico e domani c’è già la seconda giornata di corse. Vuol dire che la grande crisi che sta soffocando l’ippica nazionale e il trotto è superata? No, significa soltanto che Anita Carelli, erede della passione del papà Donato, che nel 1978 realizzò la grande struttura, getta il cuore oltre gli ostacoli e guarda avanti. «In verità l’ippodromo è rimasto aperto anche durante il periodo della lunga quarantena da Covid - racconta - perché il centro di allenamento dei 380 cavalli che ospitiamo non poteva essere chiuso. Lunedì scorso abbiamo ripreso il calendario delle corse. Siamo tra i primi nel Meridione a riaprire nel rispetto di tutti i vincoli imposti dalle norme. Agli spettatori viene misurata la temperatura all’ingresso, ai botteghini viene osservata la distanza, tutti sono tenuti a indossare le mascherine».
L’ippodromo ritorna in attività dopo la presentazione alle autorità di un protocollo completo di piantine e indicazioni sui divisori tra i botteghini, sugli accessi del pubblico, sulla frequenza delle sanificazioni. E lunedì sera Anita Carelli era rincuorata: pur essendo un giorno lavorativo non si aspettava tanti appassionati. A luglio ci saranno tre raduni, due ad agosto e due a settembre. «La passione è molto alta qui a Taranto - continua - e noi andiamo avanti pur se non abbiamo ancora ricevuto alcun contributo dal ministero delle politiche agricole per il 2020. Ci vorrebbe un piano di riforme per superare la crisi che ha colpito il settore da alcuni anni. Il passato, quando il calendario prevedeva 120 corse non ritorna, ma il futuro si può migliorare».
L’impianto tarantino, con l’anello di corsa lungo mille metri, è inserito tra i cinque di rilevanza istituzionale in Italia, l’unico per il centrosud. Il 18 luglio del 1999 ci corse il mitico Varenne. Stravinse il «Gran Premio Città di Taranto» riservato ai migliori quattro anni prima di farsi conoscere sulle piste di tutto il mondo. L’anno dopo l’ippica italiana cominciò a scivolare lungo il piano inclinato della crisi compromettendo la salute di tutti gli impianti. Ma la famiglia Carelli da un paio d’anni ha voluto rilanciare la struttura. Il presidente della Provincia, Giovanni Gugliotti, sottolineò che «l’ippodromo Paolo VI è un’eccellenza di Terra Ionica, un patrimonio dell’intera Provincia da salvaguardare e promuovere».
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Anita Carelli Siamo i primi al Sud ad aver ripreso le attività Ci saranno controlli serrati