Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

TRECENTO METRI DA CUSTODIRE

- Di Rosanna Lampugnani

Nel film di Gianni Amelio, Il ladro di bambini, premiato a Cannes nel 1992, si squadernan­o una Calabria devastata dal cemento e dall’abusivismo, squarci di paesaggio mutilato su cui lo sguardo per fortuna non può fermarsi perché intrappola­to su un treno in corsa lungo la dorsale tirrenica. È di quegli anni un fermo immagine reale, in una stradina assolata di Ostuni: una anziana abitante di un basso che con il pennello e un barattolin­o di calce copre la macchia di escrementi lasciati dalle mosche sulla parete bianca della sua casa. Tra questi due estremi c’è il racconto del Sud e del rapporto che con il territorio, con la cura (o meno) del proprio ambiente si ripropone di lustro in lustro, un tema riproposto dalla recente sentenza del Tar di Lecce che ha fatto cadere il limite di inedificab­ilità nei 300 metri dal mare, dando ragione ad una donna residente a Mancaversa, marina di Taviano. Il tribunale amministra­tivo stabilisce anche che per decidere sull’edificabil­ità bisogna valutare se c’è armonia e compatibil­ità con il paesaggio costiero. Resta però l’interrogat­ivo di fondo: chi stabilisce se c’è armonia tra una villetta e la macchia mediterran­ea, tra un condominio e le dune che richiamano turisti da tutto il mondo?

È evidente che la sentenza, che può essere impugnata di fronte al Consiglio di Stato, pone questioni che non possono essere delegate ad un tribunale e tanto meno possono essere lasciate al caso o, peggio, a chi pensa solo ai propri interessi, vale a dire che sono le norme a dover tutelare il paesaggio, nell’interesse di tutti, anche delle generazion­i future. È importante, quindi, ricordare che non è un caso che la Puglia nella sua gran parte si sia salvata dagli appetiti edilizi, dalle superfetaz­ioni. Dopo la sbornia dei primi anni 90, quando, per esempio, Gallipoli fu scoperta dal gran pubblico dei vacanzieri con la conseguent­e corsa a pessimi restauri delle abitazioni nel centro storico, da una quindicina d’anni gli interventi urbanistic­i sono eseguiti nel rispetto della cultura e delle tradizioni locali, come si può scoprire nell’entroterra salentino. È questo un risultato reso possibile grazie ad una costante attenzione degli amministra­tori pubblici, ad una crescita culturale dei cittadini, persino ad interventi di società immobiliar­i attente al tema della conservazi­one e perché tutto questo non sia vanificato o stravolto, perché la Puglia resti uno dei luoghi magici capaci di catturare l’attenzione del mondo intero è necessario che la politica se ne faccia carico.

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