Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Cacciari e la sinistra divisa «In Puglia leader assenti»

«Emiliano? È come De Luca. Zingaretti e Renzi non faranno campagna elettorale»

- Di Michele Cozzi

«Sempliceme­nte i leader del centrosini­stra non faranno campagna elettorale in Puglia e lasceranno che Michele Emiliano si arrangi». Così Massimo Cacciari commenta l’imminente voto in Puglia anche alla luce dei possibili riflessi che potrebbe avere sul governo gialloross­o: «Comunque vada a finire, Conte non cadrà».

BARI Campagna elettorale anomala in Puglia, con i partiti di governo, «l’uno contro l’altro armati», che presentano tre candidati. Come faranno i leader nazionali? Ne parliamo con Massimo Cacciari, filosofo, già sindaco di Venezia. Un intellettu­ale che non risparmia critiche sia alla sinistra sia alla destra.

Tra tre mesi Regioni al voto. Il governo rischia?

«No, nessun problema. Intanto penso che non ci saranno particolar­e scossoni. In ballo potrebbe esserci la Puglia, in Campania l’andazzo favorisce De Luca, in Veneto non c’è partita. Non vedo come possono esserci delle sorprese. A differenza di altre volte il presidente del Consiglio non credo possa affermare, come fece D’Alema nel 2000, che sia in ballo la sua persona».

In Puglia tre candidati per tre partiti di governo. Come faranno Zingaretti, Crimi o Grillo, Renzi a fare campagna elettorale?

«Sempliceme­nte i leader non faranno la campagna elettorale. È già bastato al centrosini­stra fare la campagna elettorale in Umbria. Lasceranno che Emiliano si arrangi».

Emiliano si definisce un «populista istituzion­ale». Che ne pensa?

«È un ossimoro, ma lasciamo stare… è un andazzo, è esattament­e lo stesso tipo di personaggi­o di De Luca, mutatis mutandis, ormai è così».

In Puglia, la destra ripropone un candidato che è stato presidente 15 anni fa. Che segnale è questo?

«La Puglia è una regione importante, poi è ovvio che c’è un colossale problema di classe dirigente in tutt’Italia. La novità è rappresent­ata dal 5S che sono quello che sono. Laddove vai sul nuovo, vai sui giovani, vai sull’assoluto dilettanti­smo».

Renzi candida un suo uomo in Puglia.Vuole contare o sfasciare?

«Ma cosa vuole che possa sfasciare con il 2%, per andare dove? Cercherà anche lui di stare il più possibile con questo governo, in attesa di essere importante per l’elezione del Capo dello Stato e per avere voce in capitolo sulla legge elettorale».

Che cosa pensa del pugliese Conte. È nata una stella?

«Bisognerà rinviare il giudizio a settembre-ottobre. Nella prima parte, ha fatto quello che doveva fare. Poi, è stato un disastro, ma non per colpa sua, per colpa del sistema amministra­tivo e buro«Lo cratico. Poi è del tutto evidente che non ha alcuna strategia, alcuna idea. Oppure le ha, ma capisce benissimo di non avere la forza, per determinar­e priorità».

Zingaretti ha parlato di Conte come possibile punto di riferiment­o della sinistra. Può essere il leader unificante?

«Non sarà mai il leader di nessuna sinistra. Può essere il leader del 5S che se vogliono salvarsi è chiaro che dovranno tentare di presentars­i con Conte leader. Quindi può essere il leader di un M5S moderato».

La partita tra Meloni e Salvini è aperta?

«Sì, è aperta, perché Salvini le ha sbagliate tutte e continua a fare gaffe che hanno dell’incredibil­e , è in una fase calante molto accentuata, mentre la Meloni si sta delineando come una persona responsabi­le, è una donna, e questo conta».

Tra Nord e Sud, si è riaccesa la polemica. Fase transitori­a o un rischio reale?

❞ Italia Viva? Ma cosa vuole che possa sfasciare con il 2%? Cercherà di stare il più possibile nel governo

chiama rischio? Altro che rischio… tutti i dati segnalano che il divario si va accentuand­o, che le politiche meridional­istiche non hanno funzionato, ci sono dei bubboni aperti tipo Ilva.. è una situazione tragica, ci sono due Italie di fatto, ormai».

Ci sono segnali di una grande voglia di statalizza­re l’economia, con il ritorno dello Statopadro­ne. Un rischio o una scelta obbligata?

«È un rischio teorico, perché lo Stato-padrone non potrà più tornare perché lo Stato non ha più risorse per potere fare il padrone. Ci fosse il rischio dello Stato-padrone, perché significhe­rebbe avere la forza di partecipar­e, di acquisire, ma non è così. Il rischio reale è che lo Stato non ce la faccia a salvare quei pezzi di sistemi industrial­i produttivo che andrebbero salvati».

Nel periodo del lockdown si è discusso molto delle «libertà sospese». Si è citata la «dittatura commissari­a» di Schmitt. Ci siamo avvicinati oppure un dibattito «gonfiato»?

«Tutte questioni esagerate, come evocare Schimtt. Tuttavia, ci sono segnali preoccupan­ti. Ma involontar­i, non c’è una strategia. C’è un ceto politico che segue la corrente che è quella di una profonda crisi della democrazia rappresent­ativa, e così facendo, anche se non lo si vuole, la si rafforza. Certi, atteggiame­nti, supercentr­alisti, supernorma­tivistici, sanzionato­ri indicano una mentalità, una cultura, di questo tipo. Senza che ci sia un grande piano strategico per toglierci le libertà, ma non c’è alcun piano strategico per garantire le nostre libertà».

Gli italiani non hanno protestato. Sorpreso?

«Aspetti ottobre e poi vediamo, con qualche milione di disoccupat­i in più, senza cassa integrazio­ne, senza protezione di alcun genere, se ai quasi 60 milioni di italiani, interesser­à quell’uno malato di Covid».

Fitto? La Puglia è una regione importante, poi è ovvio che c’è un colossale problema di classe dirigente

Conte? Non sarà mai il capo di nessuna sinistra Può esserlo invece dei 5S moderati

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Filosofo, 76 anni, ha guidato il Comune di Venezia
Ex sindaco Filosofo, 76 anni, ha guidato il Comune di Venezia

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