Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Da Popolare a spa Ma gli azionisti restano agguerriti
Espresso l’orientamento in attesa dell’assemblea dei soci. Affondo dei consumatori
Fino alle 24 di ieri i soci della Popolare di Bari hanno espresso il voto sul passaggio in spa. Ma il Codacons non si arrende. Ha radunato trecento azionisti in un hotel di Bari (foto Sasanelli) per avanzare nuove richieste di risarcimento.
BARI «Lasciamo liberi gli azionisti di decidere quello che reputano più opportuno» sul voto per la trasformazione della Banca popolare di Bari in Spa «perché, che sia una Popolare o una Spa, sarà tenuta a risarcire il danno agli azionisti». È chiaro l’avvocato Bruno Barbieri, vicepresidente nazionale del Codacons che rappresenta circa 300 soci azionisti dell’istituto di credito barese, commissariato a dicembre e i cui ex amministratori sono stati arrestati e sono ora a processo con l’accusa di aver falsificato i bilanci degli ultimi anni. Ieri a Bari il Codacons ha organizzato un incontro con gli azionisti per raccogliere le procure finalizzate alla costituzione di parte civile in vista dell’udienza del 16 luglio del processo nei confronti di Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, rispettivamente ex presidente ed ex condirettore della banca, entrambi attualmente ai domiciliari.
Oltre al processo, gli azionisti sono chiamati a decidere se votare a favore della trasformazione della banca in Spa. Il voto si poteva esprimere on line fino alla mezzanotte di ieri. Poi domani e martedì, in prima e seconda convocazione, ci sarà l’assemblea nella quale l’eventuale trasformazione sarà formalizzata. «Quello che a noi interessa - ha aggiunto ancora Bruno Barbieri del Codacons - è che gli azionisti sappiano che quello che gli viene chiesto di firmare in questi giorni: se una delega per il voto o se un atto di transazione con il quale si accontentano di 2,38 euro ad azione e non potranno chiedere più nulla. Passa il messaggio per cui la banca dà 2,38 euro come se fosse un qualcosa che non è dovuto ma la banca riconosce, invece la banca non regala niente: dà 2,38 euro anziché 9 euro ad azione e quindi decide con la trasformazione di trattenere il resto. Noi ha concluso - riteniamo che questo non sia corretto e riteniamo che a fronte di una sentenza in sede penale e civile gli azionisti abbiano diritto ad avere tutto quello che hanno perso».
La Popolare di Bari, dunque, si prepara a voltar pagina. Perché se l’assemblea straordinaria dei soci delibererà il via libera alla trasformazione in società per azioni, la banca sarà salva.
Un bel sospiro di sollievo per i circa 69mila soci del principale istituto bancario meridionale, ma anche per i clienti e per i dipendenti e, più in generale, per tutto il sistema imprenditoriale del Mezzogiorno. Ed una boccata d’ossigeno per il Governo e per la politica regionale, in vista delle prossime elezioni. La Popolare, secondo le strategie emerse nelle trattative dei giorni scorsi, potrebbe diventare un primario player del sistema bancario, un polo aggregante, un volano per l’economia del Sud.
Con la nascita della spa (il 97 per cento del capitale sarebbe nelle mani di Mediocredito Banca del Mezzogiorno che investirà 430 milioni di euro), terminerà la fase commissariale. E la nuova governance gestirà anche il piano su esuberi e tagli alle filiali, pianificato su dieci anni.