Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il direttore Luiss: cari ragazzi studiare conviene
Il direttore della Luiss: mille borse di studio
Il 29 luglio a a Bari si svolgeranno le prove per l’ammissione alla Luiss. Il direttore Giovanni Lo Storto: «Mille borse di studio».
«ANapoli e Bari il 29 luglio faremo le prove di ammissione alla Luiss in presenza, contestualmente anche ad altre città del Sud, quali Reggio Calabria, Catania e Cagliari, oltre, ovviamente, a Roma e a Milano. E nella Capitale proseguiranno anche il 30».
Giovanni Lo Storto, metà pugliese e metà campano come lui stesso si definisce, è il direttore generale dell’Università privata Luiss Guido Carli, che fa capo a Confindustria ed è presieduta da Vincenzo Boccia.
Quanto conta la presenza di ragazzi meridionali nella Luiss?
«Circa il 45% dei nostri studenti. Con il passaggio al nuovo ordinamento (3+2), mentre per le triennali è rimasta immutata, per le magistrali al 45% si aggiunge un ulteriore 20% di studenti che giungono dal Nord e molti sono giovani del Sud che hanno frequentato gli atenei settentrionali».
Quali sono i corsi ai quali i meridionali si iscrivono di più?
«Economia e management va per la maggiore. Molti giovani del Sud prediligono anche Giurisprudenza, che vanta una forte tradizione meridionale. Molto gettonato anche lo studio della politica internazionale per indirizzarsi verso la carriera diplomatica».
La Luiss fa anche numerosi master, quali sono quelli più richiesti dai meridionali?
«Sono tante le opportunità e le specializzazioni offerte dalle 4 scuole di alta formazione, fiore all’occhiello della nostra Università: la School of Law, la School of Government, la Sep - School of European Political Economy, la Business School. In quest’ultima, sta riscuotendo successo il corso in Family Business, frequentato, ovviamente, anche dai figli degli imprenditori. Qui gli studenti imparano a gestire i passaggi generazionali nelle aziende».
Dal Sud vengono anche tante donne, non solo uomini. Qual è la percentuale degli studenti meridionali per gender?
«Sono in sostanziale equilibrio, con una leggera prevalenza delle studentesse».
La pandemia vi ha costretti a trasformare i vostri corsi in sede in lezioni on line. Come avete fatto?
«Siamo fieri che Cisco ci abbia scelti come case history a livello mondiale per la capacità di traslare dalla sera alla mattina le lezioni e gli esami in digitale, senza perderne neppure uno né un’ora di corso. Abbiamo raggiunto 17 mila ore di lezioni a distanza,75 milioni di connessioni, riuscendo a sostenere oltre 2100 esami da remoto e a far discutere ben 800 lauree».
Che accade col nuovo anno accademico dopo l’estate?
«La Luiss nasce come Università in presenza, sentiamo forte il valore della comunità e della condivisione nei nostri campus. Dal 1° luglio abbiamo ripristinato le lauree in sede, pur con tutti gli accorgimenti imposti dal distanziamento sociale. Da settembre riprendiamo i corsi in presenza, organizzandoci così: il 70% delle lezioni per le matricole e il 50% di quelle per gli altri studenti in aula, il resto on line».
Come funzionano gli stage post-laurea in Luiss?
«Essendo Luiss l’ateneo che fa capo a Confindustria, le esperienze degli studenti col mondo del lavoro cominciano anche prima, alcuni hanno lavorato come volontari per brevi periodi in Puglia o in Sicilia. Dopo la laurea ci sono stage formativi grazie ai quali il 94% dei nostri studenti trova lavoro entro un anno, con picchi, per quelli che hanno frequentato Economia e Management, del 98%. Per di più, sono tra i giovani che guadagnano meglio sul mercato».
I costi di un’università privata sono alti per le famiglie più bisognose, soprattutto meridionali. Come riuscite a venire loro incontro?
«Da quest’anno abbiamo aumentato a mille le borse di studio per le matricole e anche per gli studenti degli anni successivi. La Luiss deve funzionare come una sorta di ascensore sociale. Per far questo, come ha detto il presidente Boccia al Corriere della Sera, serve riconoscere un credito d’imposta alle aziende che investono in merito e talento, attraverso l’assegnazione di borse di studio rivolte non ai propri assunti ma a giovani che potrebbero formarsi, prima e poi andare a lavorare anche in altre realtà professionali».
❞ Quasi la metà dei nostri studenti viene da regioni del Sud e sceglie Economia o Legge ❞ Ai figli degli imprenditori insegniamo a gestire i passaggi generazionali nelle aziende