Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Taranto e Foggia non decidono A Lecce si studia se fare il blocco
LE MISURE Dura polemica fra il sindaco di Bari e il governo sulle nuove norme Dopo la riunione in prefettura, la decisione sul blocco delle aree
Il sindaco di Lecce, Salvemini, ha deciso di non prendere decisioni dopo il dpcm con le nuove restrizioni. Ma se necessario bloccherà, solo nei fine settimana, varie zone: da corso Vittorio a piazzetta Santa Chiara a via Trinchese. Anche a Taranto nessuna decisione: in caso di necessità il divieto cadrà sull’asse che taglia il Borgo (via D’Aquino e via Di Palma). A Foggia il sindaco Landella non ha ancora deciso nulla.
BARI Diciannove aree tra piazze e strade. Senza possibilità di sostare, assembrarsi e passeggiare. Dalle ore 21 stop alla movida all’aperto e transito consentito solo per raggiungere un locale o la propria abitazione. Bisognerà avere un valido motivo per oltrepassare i controlli. In caso contrario si resta fuori.
Bari ha le sue prime piccole zone rosse serali all’indomani dell’ultimo dpcm del premier Conte. Dal centro storico a Poggiofranco passando per l’Umbertino scatteranno da questa stasera i controlli intensificati disposti da prefetto e questore. Pattuglie e posti di blocco interforze collocati in prossimità dei principali accessi alle zone off limits: il litorale centrale di largo Giannella, piazza Diaz, Molo San Nicola e lungomare Araldo di Crollalanza; le strade dell’Umbertino come via Cognetti, via XXIV maggio, via Bozzi, via Fiume, via De Nicolò, largo Bruno, largo Adua, via Abbrescia (tra compreso tra largo Adua e via Imbriani) e piazza Eroi del Mare; i vicoli e le piazza di Bari vecchia come piazza Mercantile, piazza del Ferrarese, la Muraglia di via Venezia e via Manfredi. A Poggiofranco niente movida esterna in via Pappacena e via Caccuri.
Insomma, una lunga lista per prevenire l’innalzamento dei contagi da Covid-19 proprio in quelle zone dove più di frequente si sono viste scene di ordinario allentamento delle misure di sicurezza, tra mascherine abbassate e gruppi di giovanissimi accalcati davanti ai locali.
Alle mini zone rosse, con apposita ordinanza del sindaco Antonio Decaro, si arriva dopo una lunghissima e infuocata giornata sull’asse RomaBari.
C’è la palpabile irritazione del primo cittadino che in qualità di presidente Anci (quindi in rappresentanza di tutti i Comuni italiani) rispedisce al Governo l’iniziale versione del dpcm (poi corretta) che assegnava per esplicito ai sindaci il compito di chiudere le aree della movida e di effettuare i controlli. «Non ne sapevamo nulla. E con quali mezzi e uomini dovremmo farlo? Noi facciamo la nostra parte ma tocca allo Stato», il monito di Decaro che a reti unificate (compare in tutti i principali tg e programmi Rai, Mediaset e Sky) parla di «scaricabarile» e «scorrettezza istituzionale». Fitti i colloqui telefonici con tutti i sindaci d’Italia, dalle sindache di Roma e di Torino, Raggi e Appendino, ai colleghi di Firenze e Bergamo, Nardella e Gori. «Mi hanno chiamato perché condividevano le mie perplessità soprattutto in ordine alla responsabilità dei controlli» dice Decaro.
E così in tarda mattinata ottiene la riunione urgente del comitato per l’ordine pubblico in Prefettura, alla presenza del Dipartimento di prevenzione della Asl di Bari, dove si arriva alla decisione di tenere sotto controllo, in via sperimentale, le principali zone delle movida. «Potremmo anche estenderle», avverte il primo cittadino, qualora il popolo della notte dovesse decidere di spostarsi in altri quartieri della città al momento esclusi dalla lista rossa (si pensa a Torre a mare e al litorale nord). I controlli sono già iniziati ieri sera per informare i passanti. Da oggi si fa sul serio con sanzioni salate da 409 a mille euro per i trasgressori.
Decisione provvisoria Potremmo anche estendere le zone rosse qualora il popolo della notte dovesse decidere di spostarsi in quartieri che al momento sono esclusi dai nostri provvedimenti, come Torre a Mare o il litorale nord della città
La frizione con Conte Scorretta l’assegnazione ai Comuni del compito di chiudere i quartieri frequentati dai giovani. Non ne sapevamo nulla. E poi con quali mezzi e uomini dovremmo farlo? Noi facciamo la nostra parte ma adesso ogni intervento tocca allo Stato