Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Maxi-truffa su fondi europei Arrestati 4 funzionari regionali
Foggia, colpo ai Sinesi-Francavilla: 48 ordinanze. Mani sul settore agroalimentare I dipendenti pubblici accusati di corruzione. I boss: sono i rapinatori con la penna
BARI Con la complicità di alcuni funzionari regionali, che gli affiliati alla Società Foggiana definivano «i rapinatori con la penna», sarebbe stata messa in piedi una truffa milionaria ai danni dell’Unione Europea per ottenere fondi destinati all’agricoltura. In questo modo la mafia foggiana ha fatto il salto di qualità diventando «una impresa criminale» capace di infiltrarsi con violenza nell’economia pulita. Riuscendo addirittura «ad attivarsi» anche «in occasione delle elezioni del 2014, per il rinnovo dell’amministrazione comunale» al fine «di ottenere agevolazioni nell’erogazione dei finanziamenti comunitari, in materia agroalimentare». In una intercettazione Aldo e Francesco Delli Carri, esponenti del sodalizio mafioso dicono «che per il loro cartello delinquenziale era indispensabile avere l’appoggio politico presso la Regione Puglia».
C’è questo e molto altro nell’inchiesta «Grande carro» dei carabinieri del Ros di Bari e del reparto Tutela Agroalimentare di Salerno, coordinata dal procuratore facente funzioni Roberto Rossi, l’aggiunto Francesco Giannella e le pm Lidia Giorgio e Bruna Manganelli, che ieri ha portato all’arresto di 48 persone (41 in carcere e 7 ai domiciliari) ai quali vengono contestati, a vario titolo, 37 capi di imputazione. Tra le persone arrestate ci sono 4 funzionari della regione Puglia, Cosimo Specchia, Giovanni Bozza, Luigi Cianci (funzionario dell’ufficio regionale di Foggia) e Giovanni Granatiero.
Non è un caso, invece, che tra gli arrestati ci sia anche Manlio Cassandro, noto agronomo e titolare dell’omonimo studio professionale a Barletta: avrebbe redatto i progetti che poi venivano presentati alla Regione per ottenere i finanziamenti.
Sono due i filoni dell’inchiesta che ruotano attorno alla batteria mafiosa Sinesi-Francavilla della Società foggiana che aveva al vertice il pregiudicato Francesco Delle Carri: il primo riguarda presunte estorsioni ad aziende agricole, ditte di trasporti, onoranze funebri, società attive nella realizzazione di impianti eolici e nel settore delle energie alternative costrette con la violenza a versare percentuali sui ricavi o ad affidare in subappalto ad aziende riconducibili al gruppo criminale l’esecuzione di lavori. «Veniamo a bruciarti a sparare a te e alla tua famiglia»: erano di questo tenore le intimidazioni agli imprenditori. I guadagni illeciti venivano poi reinvestiti, tramite prestanomi, in altre società anche all’estero: in Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca.
Il secondo filone di indagine riguarda invece le presunte truffe finalizzate all’indebita percezione dei fondi europei per l’agricoltura. Truffe che sarebbe state realizzate grazie alla connivenza dei funzionari regionali che avrebbero approvato le pratiche per ottenere i fondi del Psr pur in assenza di requisiti. Le truffe accertate ammontano a circa 16 milioni di euro e risalgono al 2015. Ad uno dei funzionari, Giovanni Bozza, viene contestato anche di essersi fatto corrompere con 30mila euro, cisterne di nafta e l’uso esclusivo di un’auto.
A proposito delle esigenze cautelari il gip Giuseppe De Benedictis scrive che «sussiste anche il pericolo di fuga» visto che le indagini «hanno ampiamente documentato come l’associazione disponga sia di diverse soluzioni logistiche, sconosciute agli inquirenti, sia di diversi collegamenti con personaggi operanti in altre aree del territorio nazionale e all’estero. Basti pensare - prosegue - agli appoggi logistici in Romania, dove come documentato, dispone di una rete di soggetti contigui così da essere in grado, all’occorrenza, di garantire la fuga e la gestione di periodi anche lunghi di latitanza ed agli identici appoggi in Bulgaria».