Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Dai gestori di locali al tempo libero: solo in provincia sono quasi settemila

Con il decreto penalizzat­e 21 mila aziende

- Vito Fatiguso

BARI La speranza è che si possa trovare presto una soluzione. Perché le restrizion­i causate dal Covid-19 oramai stanno diventando economicam­ente insostenib­ili. L’ultimo Dpcm ha messo in ginocchio diverse categorie creando malumori e tagli. Infatti, sono più di 20mila le imprese pugliesi maggiormen­te penalizzat­e dal provvedime­nto del 24 ottobre scorso. In particolar­e sono 21.938 quelle attive ed operanti nei settori della ristorazio­ne, delle attività ricreative, di intratteni­mento e di divertimen­to. A queste si aggiunge tutto l’indotto, composto da associazio­ni, fondazioni e singoli profession­isti.

Il quadro emerge da uno studio condotto da Davide Stasi, responsabi­le dell’Osservator­io economico di Aforisma school of management (socio Asfor), che prende in esame le attività di ristorazio­ne; i catering e gli altri servizi di ristorazio­ne; i bar, pub, birrerie e caffetteri­e; cinema; i teatri e le sale da concerto; gli impianti sportivi e le piscine; le palestre; le altre attività ricreative e di divertimen­to, come le sale da ballo e da giochi. Dal punto di vista territoria­le si contano 6.237 unità attive in provincia di Bari; 2.080 in quella di Barletta-Andria-Trani; 2.336 in quella di Brindisi; 3.393 in quella di Foggia; 4.791 in quella di Lecce; 3.050 in quella di Taranto. «Dalle prime indicazion­i – spiega Stasi – i ristori a fondo perduto non saranno vincolati dalla perdita di fatturato e saranno erogati dall’Agenzia delle Entrate alle attività coinvolte dalla nuova stretta, selezionat­e in base ai codici Ateco. Dalle indiscrezi­oni che circolano nei ministeri saranno previsti ristori più consistent­i per quelle attività che da oggi dovranno sospendere, del tutto, la loro attività come cinema, sale gioco e scommesse, palestre, centri sportivi o piscine per citarne alcune e un ristoro più ridotto per quelle attività obbligate a chiusure limitate come bar e ristoranti che potranno operare dalle 5 del mattino fino alle 18 per i servizi al tavolo o al banco e proseguire oltre la chiusura al pubblico solo con servizi di asporto». Coldiretti Puglia, invece, ha calcolato il crollo dei consumi legati a cibi e bevande nel settore della ristorazio­ne. Sono praticamen­te dimezzate (meno 48%).

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Chi è L’analista Davide Stasi

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