Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La colata di cemento che divide Taranto
Via libera del Comune a tre monumentali hotel in zona Cimino. Ambientalisti contrari
Dopo averlo bloccato una quindicina di anni fa, il Comune di Taranto ha dato il via libera a un maxi progetto immobiliare che prevede la nascita di tre hotel da dodici piani in zona Cimino, vicino al nuovo ospedale. Per Legambiente si tratta di una «colata di cemento». L’assessore Ubaldo Occhinegro (foto): «Allarme infondato».
Tre alberghi di dodici piani con 891 posti letto, un negozio per vendita e assistenza auto, una cittadella della ricerca con gli alloggi per i ricercatori, un parco tematico, un parcheggio, una pista ciclopedonale di 1.3 chilometri: sono gli elementi costitutivi del Masterplan «Leonida». È un progetto, approdato nella commissione Assetto del territorio (Cat) del Comune di Taranto, al centro di una polemica accesa da Lunetta Franco (Legambiente), che parla di «colata di cemento», di «folle consumo di suolo» e di «possibili interventi di espansione urbanistica nella zona Cimino-Auchan».
«E’ un allarme infondato – ha replicato l’assessore all’Urbanistica Ubaldo Occhinegro non c’è nulla di tutto quanto viene denunciato». Ma Legambiente insiste, lancia l’allarme e fonda la propria preoccupazione su documenti ufficiali. Cita la nota (protocollo 102667) inviata il 2 ottobre ai componenti della Cat da Mimmo Netti, dirigente della Direzione Pianificazione Urbanistica, contenente una proposta di studio di fattibilità meta-progettuale.
C’è da precisare che l’eventuale approvazione del progetto prefigura un iter ancora lungo e richiede l’approvazione del successivo Pue (piano urbanistico esecutivo) relativo all’area e passaggi in consiglio comunale e alla Regione.
L’assessore Occhinegro, di fronte alla presa di posizione di Legambiente, ha detto con chiarezza che il Comune non ha intenzione di autorizzare «in questo momento né la costruzione di alberghi né di altro, preferendo attendere che sia il Pug a delineare il futuro delle espansioni urbane in città».
L’area su cui dovrebbe essere realizzato questo progetto è conosciuta come la sottozona 32 del piano regolatore. Qui c’è l’ipermercato Auchan e a poca distanza nascerà il nuovo ospedale di Taranto. E sempre in questa stessa area, quindici anni fa, si voleva realizzare il cosiddetto megaprogetto «Sircom» al quale il Comune di Taranto non dette mai seguito. I proprietari del terreno, la famiglia De Benedetto, avevano stipulato un preliminare di vendita dei suoli con la società Sircom presentando un piano di lottizzazione definitivo e completo, in conformità con la normativa in vigore. Le aree erano tipizzate dal Piano regolatore come «zona per sedi di uffici direzionali di rappresentanza commerciale e per grandi attrezzature commerciali».
La questione approdò al Tar di Lecce su ricorso dei proprietari perché il Comune «inerte» non procedeva alla necessaria lottizzazione. Il consiglio comunale la negò, i De Benedetto presentarono un secondo ricorso, ma l’11 gennaio 2006 il Tar dette defitrattamenti nitivamente ragione al Comune. In sostanza la voglia di utilizzare questo terreno ai fini edificatori si trascina da tempo e oggi la stessa famiglia si affida al Masterplan «Leonida» firmato dagli architetti Sergio Scarcia e Mario Romandini. La pista ciclopedonale, passando sotto la strada per San Giorgio, metterà in comunicazione la sponda del mar Piccolo con il parco tematico verde al cui centro spicca il così detto «pagghiaro», cioè il negozio con cupola trasparente di vendita e assistenza auto. Attorno si ergono le tre torri e la cittadella della ricerca con gli alloggi. Il progetto è pronto, poi dovrà essere realizzato da chi possiede le ingenti risorse necessarie.
Lunetta Franco Siamo di fronte a un folle consumo di suolo. È l’ennesima colata di cemento in questa città