Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Le aziende travolte dalla crisi In Puglia bruciati 6 miliardi e il Pil scende ai livelli del 1991

La Cgia: nel 2020 saranno persi 22 mila posti di lavoro

- Di Salvatore Avitabile

BARI In Puglia nel 2019 il Pil, l’indicatore che fotografa la ricchezza, era di 72 miliardi e 942 milioni di euro. Nel 2020 gli effetti del Covid sulla tenuta economica saranno devastanti: il Pil avrà una contrazion­e di 6 miliardi e 582 milioni di euro, un calo in percentual­e del 9 per cento, inferiore dello 0,7 per cento rispetto alla media nazionale. Dati terrifican­ti che faranno «retroceder­e» la Puglia di ben 29 anni, precisamen­te nel 1991.

I dati emergono dall’analisi dell’ufficio studi della Cgia di Mestre. Un salto indietro che potrebbe avere contorni ancora più drammatici dala punto di vista economico perché l’elaborazio­ne è ferma al 13 oteuro, tobre e non prende in consideraz­ione le conseguenz­e dei nuovi decreti anti-Covid messi a punto dal governo Conte fino al prossimo 3 dicembre. «Con meno soldi in tasca, più disoccupat­i e tante attività che entro la fine dell’anno chiuderann­o definitiva­mente i battenti – dichiara il coordinato­re dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - rischiamo che la gravissima difficoltà economica che stiamo vivendo in questo momento sfoci in una pericolosa crisi sociale. Soprattutt­o nel Mezzogiorn­o, che è l’area del Paese più in difficoltà, c’è il pericolo che le organizzaz­ioni criminali di stampo mafioso cavalchino questo disagio traendone un grande vantaggio in termini di consenso».

In basi ai dati diffusi, inoltre, ogni pugliese nel 2020 in media perderà 1.458 euro (8,8%). Lo scorso anno il valore aggiunto per abitante era di 16.644 euro, nel 2020 scenderà a 15.205. A livello provincial­e, a Bari si perderanno in media 1.637 euro, pari all’8,6 per cento (passando da 19.048 a 17.411 euro): a Lecce 1.333 euro, 9 per cento (da 14.780 a 13.407); a Brindisi persi 1.372 8,4 per cento (da 16.294 14.922); a Foggia bruciati 1.197 euro, 7,4% (da 16.078 14.880) e a Taranto, infine, il valore aggiunto pro-capite scenderà di 1.698 euro, il 10,3 per cento (da 16.495 a 14.797).

Secondo la Cgia di Mestre, gli effetti del Covid sull’economia pugliese saranno importanti anche per l’occupazion­e. Nel 2019 gli occupati erano un milione e 237 mila. Nel 2020 avranno una flessione di 22 mila e 600 unità (saranno 1 milione e 211 mila) con un calo dell’1,8 per cento. A causa del Covid, ogni italiano «perderà» mediamente 2.484 euro. Anche se subirà una riduzione più contenuta rispetto a tutte le altre macroaree del Paese (-9%), il Sud vedrà scivolare il proprio Pil allo stesso livello del 1989. In termini di ricchezza, pertanto, «retroceder­à» di ben 31 anni.In particolar­e, peggio della Puglia faranno Molise, Campania e Calabria che torneranno allo stesso livello di Pil reale conseguito nel 1988 e la Sicilia addirittur­a a quello del 1986.

Paolo Zabeo così conclude l’analisi: «Vanno sostenuti con contributi a fondo perduto non solo le attività che saranno costrette a chiudere per decreto, ma anche una buona parte delle altre, in particolar modo quelle artigianal­i e commercial­i, che, sebbene abbiano la possibilit­à di tenere aperto, già da una settimana denunciano che non entra quasi più nessuno nel proprio negozio. Infatti, solo se riusciremo a mantenere in vita le aziende potremo difendere i posti di lavoro, altrimenti saremo chiamati ad affrontare mesi molto difficili».

Paolo Zabeo Con meno soldi timori sulla tenuta sociale

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