Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Fuori in attesa undici ore Sulla morte di Antonella indagine interna dell’Asl
Il manager: protocollo seguito fedelmente
La direzione generale della Asl Bat vuole fare luce sulla morte di Antonella Abbatangelo (foto), la donna di 41 anni morta all’ospedale Di Miccoli di Barletta dopo aver atteso undici prima di entrare nel Pronto soccorso. Il dg Alessandro Delle Donne: «Abbiamo seguito passo passo il protocollo per i malati di Covid».
BARLETTA «Nonostante tutti gli sforzi dei clinici la paziente è deceduta». Sono le parole finali della drammatica ricostruzione degli interventi effettuati dai medici dell’ospedale «Dimiccoli» di Barletta per salvare la vita di Antonella Abbatangelo, la giovane mamma di Trani deceduta a causa delle complicazioni derivanti dal Covid 19. Una odissea di 11 ore, quella di Antonella, iniziata il 12 novembre con la richiesta di aiuto al pronto soccorso di Trani e terminata in un letto del reparto di rianimazione dell’ospedale di Barletta, recentemente convertito in alcuni suoi reparti per trattare i casi Covid. Un tentativo disperato di scongiurare un esito nefasto, quello dei medici del nosocomio barlettano, che hanno dovuto mettere in atto ogni tipo di terapia che potesse essere utile a ristabilire un quadro clinico molto grave.
Antonella è rimasta, intubata, in rianimazione per quattro giorni, ma non è servito. «La paziente è stata trattata come da protocollo con le procedure standard previste per il trattamento intensivo di casi di grave insufficienza respiratoria», precisano dalla Asl. E la lunga attesa prima dell’accettazione al pronto soccorso, più di dieci ore, è il segno di quanto angosciosa sia la situazione nelle strutture ospedaliere, costrette a dover gestire un numero di pazienti che gli stessi addetti ai lavori definiscono «impressionante». I vertici dell’Asl, tuttavia, hanno espresso la volontà di approfondire tutti gli aspetti legati alla vicenda di Antonella, dalla sua prima richiesta di aiuto al suo stazionamento per ore all’esterno della struttura sanitaria. «Abbiamo naturalmente avviato una indagine per verificare tutti i passaggi di quanto accaduto - dice Alessandro Delle Donne, Direttore generale Asl Bt - per capire da quanto tempo la signora era in cura con terapia domiciliare e quali sono state le attese fuori dal Pronto Soccorso che sta gestendo numeri in continua espansione». «A Barletta come ad Andria gli accessi sono continui e in alcuni momenti si creano attese prima dell’accesso alla struttura. I numeri dei positivi sul territorio Bat sono stati messi in evidenza in diverse circostanze con conseguenze sui Pronto Soccorso innanzitutto», fa inoltre notare il direttore generale.
E non è un caso che proprio la provincia Bat sia stata al centro dell’osservazione da parte del presidente della Regione che ne avrebbe voluto la chiusura, con l’elevazione al rango di «zona rossa». Auspicio condiviso dai sindaci dei comuni della sesta provincia ma non dal ministro della salute Speranza.
«Quanto accaduto a questa giovane donna merita il massimo della chiarezza e faremo di tutto perché ciò avvenga aggiunge ancora Delle Donne - ma posso assicurare che l’apparato clinico sta assicurando il massimo della attenzione e della cura a tutti i pazienti che arrivano in pronto soccorso mentre sul territorio siamo già attrezzati con 7 Usca a disposizione di chi necessita di cure a casa».
Il quadro clinico già complicato della giovane mamma non ha scoraggiato il personale in servizio a Barletta dal mettere in atto ogni azione che potesse servire a strapparla dalla morte. «Abbiamo messo in campo tutte le forze umane a disposizione, tutti i mezzi disponibili e l’abnegazione del personale sanitario e amministrativo è senza eguali», assicurano dalla Asl.
Proprio lì dove Antonella ha atteso 11 ore prima di entrare in ospedale, oggi sono al lavoro i soldati della Marina Militare Reggimento San Marco per allestire il primo ospedale da campo di Puglia. Una postazione medica avanzata che metterà a disposizione ulteriori 40 posti letto con personale e attrezzature per curare i pazienti in difficoltà.
Intanto, sempre al Dimiccoli, sono in corso operazioni di ampliamento anche dei posti letto in terapia intensiva.