Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La chiesa del Di Venere diventa uno spogliatoio Infermieri sconcertati: «Siamo alla follia»
Da luogo di preghiera a spogliatoio per gli infermieri: in tempi di Covid accade che nella chiesetta dell’ospedale Di Venere, a Bari, vengano sistemati gli armadietti di metallo del personale sanitario, dove avviene la vestizione prima dell’ingresso nei reparti. Alcuni frame (foto) di video documentano la situazione di questi giorni. Tra i banchi, ai piedi del Crocifisso, gli infermieri, come spiega uno di loro mentre riprende l’interno del luogo di culto, indossano gli indumenti di lavoro, poi escono all’aperto, attraversano un cortile, entrano in un secondo plesso, fanno qualche rampa di scale, escono su una strada umida di pioggia e finalmente raggiungono le corsie dove prestano servizio, con gli zoccoli bagnati e un po’ di fiatone. «Sono le 7 del mattino e la direzione sanitaria dell’ospedale barese ha destinato la chiesa a spogliatoio per Medicina e Chirurgia», racconta l’autore del filmato con la sua viva voce, tra una ripresa e l’altra. E precisa che, essendo la chiesetta lontana dai reparti, «non si può lasciare alcun oggetto di valore» e «occorre attraversare tutto l’ospedale a piedi per arrivare a destinazione». È la voce di un infermiere che parla per tutti. C’è aria di scoramento e rassegnazione: «Ci si spoglia in queste condizioni. Diteci voi se è un trattamento umano, normale, professionale. Siamo arrivati alla follia più totale». La fotocamera scandaglia il reparto di Chirurgia: si sentono i lamenti dei malati: alcuni sono distesi su barelle parcheggiate in corridoio, dove sosta il carrello delle pulizie. «Chirurgia è mischiata con Medicina», scandisce l’uomo dietro la telecamera. Le immagini si trasformano in una dura denuncia nelle mani del sindacato Usspi Puglia che con il suo leader Nicola Brescia mise a nudo l’impreparazione della sanità pugliese di fronte alla prima ondata pandemica, quando infermieri e medici usavano i sacchetti dell’immondizia come stivali per proteggersi dal Covid, in mancanza di tute. E proprio ieri l’Usppi ha annunciato una «durissima protesta dei precari della Asl Bat» con il contratto in scadenza e senza prospettive di continuità lavorativa. In 170, avverte il sindacato, giovedì 4 dicembre manifesteranno davanti alla sede della direzione generale, in via Fornaci.