Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La nomina
Rendersi presentabile nonostante arruolamenti di pezzi della destra; strizzare l’occhio a parità di genere e altre facezie, ha premiato. Quanto a firmare pubblicamente assunzioni che poi si sarebbero rivelate fasulle, è una cosa che neppure i più sfrontati democristiani avevano mai osato. Ma anche questo gli è stato perdonato nelle urne, persino da quanti erano legittimamente inorriditi alla vista di tanto scempio. Insomma, tanto di cappello.
Che adesso una tribù di nasi turati eccepisca qui e là su certe spregiudicatezze del bispresidente però non è accettabile. Tanto più perché molti nasi turati in privato, si sono poi sperticati in sostegno pubblico. Né può passare sotto silenzio il colpo da maestro del coinvolgimento nella giunta di Massimo Bray, persona di indiscutibile prestigio e che sicuramente affronterà al meglio il difficile impegno a cui è stato chiamato. Emiliano che affida un’importante delega a Massimo Bray è la stessa persona che ha affidato una delega altrettanto importante a Giuseppe Tiani. Il “catione” tanto caro a Tiani è presente nella Treccani guidata da Bray e non vi è alcun cenno a proprietà anti-Covid.
Tuttavia dopo cinque anni di “ammuina” adeguatamente premiata nelle urne non si vede perché non debbano seguire altri anni di analoga “ammuina”. Se è l’“ammuina” che paga elettoralmente, “ammuina” sia. (anche la parola “ammuina” è accuratamente registrata nel vocabolario Treccani). Se proprio qualcuno di palato fino e di qualche puzza sotto il naso trovasse da eccepire per eventuali e possibili cadute di stile se ne dovrà fare una ragione.
A Massimo Bray comunque un sincero augurio di buon lavoro. La delega alla cultura peserà come non mai nella compagine e non avrà l’effetto di mera immagine, ma assumerà un peso politico. A cominciare dal convinto rinfianco al pluralismo, all’analisi costi-benefici dei progetti, all’ampio respiro europeo che vorrà assicurare agli interventi turistici e culturali. Ed è immaginabile un lavoro a stretto contatto con altre Regioni confinanti affinché prenda corpo l’idea vincente di un Mezzogiorno come identità riconoscibile (attrattore) anche all’estero. Chissà che non finisca per costituire la prova generale di macroregione. Ciò potrebbe essere nelle corde dell’opposizione che troverebbe ampie ragioni di confronto su temi come occupazione, smart city, infrastrutture, digitalizzazione. Per tali ragioni ritengo che l’ex ministro Bray avrà un ruolo non secondario finendo per dettare condotte a cui è opportuno che presti attenzione la minoranza di centrodestra.
Ai cittadini pugliesi un più modesto buona fortuna.