Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Al Torino Film Festival trionfo di Fasano con «Pino»
Il film del regista barese Walter Fasano su Pascali vince il premio per il miglior documentario italiano
«Pino», del regista-montatore-sceneggiatore barese Walter Fasano (foto piccola), è stato premiato come miglior documentario al Torino Film Festival, la rassegna cinematografica italiana più importante dopo Venezia e Roma. Il film (nella foto grande un’immagine) è una ricostruzione, con attori del nostro tempo, della vita di Pino Pascali, l’artista barese morto a soli 33 anni che venne etichettato come «il Jim Morrison dell’arte contemporanea». Al suo estro Polignano ha dedicato un museo.
Pino di Walter Fasano è il miglior documentario italiano presentato all’edizione di quest’anno del Torino Film Festival. Il premio al regista barese(seimila euro)gli è stato assegnato ieri dalla giuria della sezione Italiana.doc composta da Stefano Cravero, Gaia Furrer e Paola Piacenza. Lusinghiera la motivazione: «Per la capacità di tradurre un lavoro su commissione in un’esplorazione creativa libera e personale. Coniugando il ritorno al luogo d’origine con il paradosso, l’anticonformismo, il gesto vulcanico di Pascali, il film trasporta lo spettatore in una dimensione in cui materiali d’archivio, parole e suoni sono presenze vive che aprono un dialogo tra artista e cineasta». Sì, il film di Walter Fasano è proprio bello. È un progetto nato su commissione. Il Museo Pascali di Polignano a Mare ha chiesto al regista barese di documentare la storica acquisizione dell’opera Cinque bachi da setola ed un bozzolo. Di fatto, dietro l’esigenza e il desiderio del museo di testimoniare l’evento, c’era la necessità di raccontare Pascali, il Pino del film, morto nel 1968 a soli 33 anni per un incidente in motocicletta. «Il Jim Morrison dell’arte contemporanea», lo ha definito Walter Fasano.
Pascali, nato a Bari come l’autore del progetto, è stato una meteora dell’arte italiana degli anni Sessanta. Una figura e una storia personale che si fonde in tutto e per tutto con il cinema e con la musica («come una vera rockstar»). E il regista (uno di più bravi montatori di cinema in circolazione, collaboratore di Luca Guadagnino in Chiamami col tuo nome e in Bertolucci on Bertolucci) ne ha approfittato per crearvi attorno una bellissima cornice con l’intento di risaltarne più l’opera che il suo autore.
Pino, una produzione Passo Uno per Regione Puglia, Fondazione Pino Pascali e Apulia Film Commission, è un modo per entrare in un cinema biografico, controcorrente, che adopera la vita di un artista e lo impasta con la sua arte. «Aver potuto raccontare un personaggio straordinario come Pino Pascali è stato un privilegio - ha commentato Walter Fasano dopo aver ricevuto il premio - desidero ringraziare il Festival di Torino e la giuria per aver scelto e premiato il film, e coloro che lo hanno reso possibile, splendidi collaboratori e amici». La modalità espressiva del film è particolare. Fasano si è ispirato ad un’opera francese degli anni ‘60, il cortometraggio La jetée di Chris Marker. È un corto di fantascienza composto solo da fotografie in bianco e nero. «Da lì è nata l’idea di fare un film così», ha detto il regista.
Poi ci sono le tre voci narranti che raccontano la vicenda umana e artistica di Pascali e le fasi di acquisizione dei «bachi». Tre voci femminili, tre differenti timbri e lingue per completare la struttura sonora nell’ora abbondante di film. L’inglese morbido della cantautrice statunitense Suzanne Vega, il francese aulico della modella-attrice Alma Jodorowsky e l’italiano profondo ed elegante di Monica Guerritore, insieme alla voce maschile di Michele Riondino. E così scorre ordinata un bel po’ di vita di Pino Pascali. Con essa anche pezzetti di arte e di cinema inscatolati e confezionati in una elegante composizione in bianco e nero.
Dopo il premio al Torino Film Festival, il lavoro di Walter Fasano avrà una vita propria. «È tutto ancora da definire ha detto - sicuramente avrà una vita festivaliera e museale. E poi, speriamo, la vendita ad una bella piattaforma di streaming». Intanto, fino alle 24 di oggi, si può vedere su MYmovies. Biglietto: 3,50 euro.
Su commissione Il Museo di Polignano aveva chiesto di documentare l’acquisizione di un’opera