Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Positivo un tampone su quattro
Virus fuori controllo in Puglia: percentuale al 26,5%, quella nazionale è del 12,5%
Sono 1101 i nuovi casi di positivi al coronavirus su 4.151 registrati nelle ultime 24 ore in Puglia, una percentuale molto alta visto che un tampone su 4, ovvero il 26,5 per cento è risultato positivo. Trenta sono invece i decessi. Secondo Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale dell’Ordine dei medici dovrebbero essere valutate misure più restrittive per la regione dal momento che i dati pugliesi sono in controtendenza rispetto al dato nazionale. A Bari intanto il Comune ha annullato tutti gli eventi legati a San Nicola.
BARI Peggiorano i dati della pandemia in Puglia e l’andamento dei contagi da Coronavirus è addirittura in controtendenza rispetto al resto d’Italia dove evidentemente le misure di contenimento stanno funzionando meglio. A parlare sono i numeri: nelle ultime 24 ore sono stati registrati 1.101 nuovi contagi su appena 4.151 tamponi processati. Questo significa che il tasso di positività è salito al 25,5 per cento (positivo un tampone su 4) rispetto al dato nazionale del 12,5 per cento. Trenta sono invece i decessi, mentre le persone ricoverate sono 1.901. Complessivamente i positivi in Puglia sono 38.772.
Secondo l’Ordine dei medici, in Puglia dovrebbero essere adottate misure più restrittive. «Come medici siamo molto preoccupati per due motivi - spiega Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale dell’ordine dei medici - il primo è legato ai dati in controtendenza della Puglia, dove sembra che le misure di mitigazione non stanno funzionando quanto avremmo sperato. A questo punto si dovrebbe valutare l’adozione a livello regionale di misure più restrittive. Il secondo motivo - spiega ancora Anelli - è legato alle difficoltà dell’assistenza per i malati non Covid in questa situazione. La pressione sugli ospedali causata dalla pandemia porta a sospendere le attività di prevenzione e a “trascurare” la cura per le altre patologie. Questo può risultare in un aumento dei casi di mortalità di cui potremmo renderci conto solo un domani. Dopo la pandemia temo che, alle vittime del Covid, - conclude Anelli - dovremmo aggiungere quelle per le patologie oncologiche, cardiovascolari, per i traumi, per le malattie croniche curate con ritardo». La scorsa settimana si è chiusa in Puglia sottolinea l’Ordine dei medici - con 9.711 nuovi contagi (contro i 9.069 della settimana precedente). Cresciuto anche il numero dei ricoveri che passa da 9.544 a 11.048 e quello dei pazienti in terapia intensiva (da 1.348 a 1.430). Intanto alla lista dei medici pugliesi deceduti a causa del Covid, sette in tutto, si è aggiunto il nome dell’anestesista Vito Roberto De Giorgi, scomparso venerdì scorso.
Una notizia positiva arriva invece dal fronte vaccini. Il governatore Emiliano ieri ha incontrato i rappresentanti della società Pfizer per fare il punto sulle previsioni di tempi e modalità per la somministrazione del vaccino contro il Covid. In Puglia saranno individuati i centri di distribuzione (22 le strutture presenti sul territorio) che dovranno garantire «la catena del freddo»: i vaccini vanno conservati a -80 gradi. I centri «dovranno essere pronti per la seconda settimana di gennaio in modo da coprire la parte di popolazione che sarà decisa secondo un protocollo nazionale che sarà individuato in Parlamento».
«La Regione farà la sua parte per assicurare la migliore riuscita della distribuzione e somministrazione del vaccino, sul quale si ripongono molte speranze per iniziare il superamento della fase emergenziale» ha spiegato Emiliano. All’incontro, oltre al governatore, hanno partecipato il capo del dipartimento Politiche della Salute, Vito Montanaro e il dirigente della Protezione civile regionale, Mario Lerario. Sono poco più di 49mila i pugliesi che rientrano nella fascia di coloro che per primi potranno sottoporsi alla vaccinazione anti Covid. Si tratta, come indicato in una lettera inviata dalla Regione Puglia al commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, degli operatori sanitari, poco più di 35mila, degli anziani ospiti delle Rsa, circa 10mila e dei collaboratori e dipendenti delle residenze sanitarie, 4mila unità circa. La distribuzione sarà organizzata a livello europeo e per l’Italia la supervisione sarà curata dal commissario Arcuri.
❞ Filippo Anelli Dati in controtende nza, siamo molto preoccupati
❞ In questa situazione difficile garantire l’assistenza per i malati non Covid