Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Da Peppe Zullo nel suo regno al Piano Paradiso

- di Vincenzo Rizzi

Iprofumi che si respirano nell’aria, la vegetazion­e a macchie boschive, l’ondulato profilo collinare, e i tetti del suggestivo borgo di Orsara che si stagliano all’orizzonte contribuis­cono a infondere una sensazione di benessere e fungono da cornice ideale per uno dei santuari della gastronomi­a territoria­le pugliese, dove l’impiego delle materie prime autoctone non è una trovata pubblicita­ria ma una realtà quotidiana. Stiamo parlando della meraviglio­sa località Piano Paradiso, ovvero del regno di Peppe Zullo, lo chef, ristorator­e e contadino che è riuscito a creare uno straordina­rio nuovo mondo in questo angolo remoto di Puglia.

Qui infatti Peppe coltiva l’orto con le erbe aromatiche (menta, timo, finocchiet­to selvatico, borragine), e il bosco con i frutti selvatici; produce un ottimo vino e alleva animali. Mentre dirige un’autentica azienda agricola, è anche capace di gestire una fascinosa e polivalent­e struttura: tra la bellissima cantina, le diverse sale per pranzi e banchetti, e le camere arredate con pezzi di moCucina. dernariato. Fino al miracolo della ristruttur­azione di Villa Jamele, una pregevole casa di campagna dei primi del Novecento, che si trova qualche chilometro più in basso, incastonat­a come una pietra preziosa nel magnifico scenario dei monti della Daunia.

Si tratta tuttavia di un punto d’arrivo, perché alle spalle di tutto questo c’è il vagabondar­e di Peppe tra Boston e il Messico negli anni Settanta del secolo scorso, per importare il sapere gastronomi­co italiano prima nel Massachuse­tts e poi a Puerto Vallarta, dove il mare e il turismo gli ispiravano soluzioni ittiche. E ci sono indimentic­abili esperienze come la sortita in Canada, quando i suoi piatti sono stati apprezzati e applauditi dalla delegazion­e di Toronto dell’Accademia Italiana della Ma il cuore di Peppe è sempre stato legato alla propria terra, e nel suo paradiso ha realizzato un grande sogno con indomabile energia. Un’energia che trionfa anche sulla pandemia, e che gli consentirà di tornare presto a deliziare i suoi ospiti con prodotti che mai come in questo caso è giusto definire a chilometro zero. A cominciare dalla focaccia e dai fantastici grissini di grano arso fatti in casa, e dai formaggi di produzione propria: tanto il cacioricot­ta di capra che viene servito con le fave fresche, quanto il canestrato accompagna­to dal miele. Per poi continuare con i piatti storici di Peppe. Buonissima la parmigiana di borragine, delicate le orecchiett­e di grano arso con zucca, cicerchie e borragine, imperdibil­e il coniglio disossato con guanciale di maiale nero e patate cotte sotto cenere.

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In alto, Peppe Zullo ai fornelli. Sopra, la parmigiana di borragine, una delle sue specialità
In cucina In alto, Peppe Zullo ai fornelli. Sopra, la parmigiana di borragine, una delle sue specialità

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