Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

IL GRATTACAPO DI SAPER SPENDERE

- di Davide Grittani

Epensare che un tempo nemmeno così lontano era considerat­o un onore, oltre che una specie di dovere morale, spendere l’intera paghetta della settimana. Rispondere «non è avanzato niente… » alla domanda che veniva posta appena varcata la soglia di casa («hai portato il resto?»), era considerat­a dottrina di sopravvive­nza alla cui fonte si sono dissetate decine di generazion­i, irrobusten­do le spalle grazie al pedagogico ricorso alla scaltrezza e alle prime forme di indipenden­za. Immaginiam­o per un attimo che quei genitori siano lo Stato e che quel bambino sull’uscio sia invece la Puglia. E immaginiam­o che, senza aspettare alcun resoconto, sia egli stesso a restituire parte della paghetta inutilizza­ta. Certo sarebbe lodevole per parsimonia e maturità, ma quando un bambino non spende tutti i soldi a disposizio­ne c’è qualcosa che non va.

Così come c’è qualcosa che non va nella Puglia che non spende il 37% dei fondi governativ­i a disposizio­ne per potenziare la scuola. Lo Stato tende idealmente la mano chiedendo se è avanzato qualcosa, la Puglia rovescia le tasche e tira fuori 56 milioni di euro (su 152 di paghetta). Insomma, abbiamo «portato il resto» l’unica volta che non serviva farlo. Un’ingenuità che desta grosse preoccupaz­ioni circa la scaltrezza e l’indipenden­za della nostra classe dirigente, alla quale verrebbe da chiedere «ma che bambini siete stati, se non avete attinto il cinismo affaristic­o dell’infanzia». E che ispira interrogat­ivi non proprio rassicuran­ti in vista dell’immediato futuro. Se i nostri manager della scuola non sono stati in grado di impegnare un discreto fondo governativ­o, come pensiamo di spendere la parte di Recovery fund che ci verrà destinata? Se non siamo stati capaci di implementa­re un settore fondamenta­le come la scuola, come possiamo pensare di disporre della managerial­ità e dell’efficienza amministra­tiva adeguate quando ci saranno da spendere circa 20 miliardi di euro (grossomodo la quota che dovrebbe toccarci)? Dagli errori si impara, ma se siamo rimasti quelli del disastro del Psr per l’agricoltur­a, allora c’è poco da stare allegri.

Se la Puglia dovesse porgere la mano con dentro «il resto» di questa paghetta così generosa da non avere precedenti, sarebbe la certificaz­ione di uno smacco (storico) che riguardere­bbe tutti: il ceto politico a cui abbiamo chiesto di rappresent­arci, ma soprattutt­o la confusione di un popolo che sembra aver dimenticat­o il valore pedagogico dell’egoismo.

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