Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Una corsa al vaccino da record

Assalto dei quarantenn­i a portale e farmacie: in poche ore già 14 mila prenotazio­ni

- Del Vecchio

In poche ore 14 mila 40enni in Puglia sono riusciti a prenotare il vaccino. Il portale della Regione è andato in tilt, le farmacie sono state prese d’assalto. Intanto a Brindisi la Asl ha usato la mano pesante contro cinque infermieri no vax, diffidando­li.

BARI «Il numero di utenti in coda davanti a te è: 33912. Potrai accedere al servizio in: più di un’ora». Sono circa le 18 di lunedì 17 maggio e la situazione sul sito LaPugliati­vaccina è questa. Ieri alle 14, infatti, la Regione ha aperto le agende per le vaccinazio­ni anti-Covid anche per i nati dal 1970 al 1973 ed è stato di nuovo boom di prenotazio­ni. Anche il numero verde è stato preso d’assalto e molti utenti si sono rivolti alle farmacie. Alla fine in 14 mila sono riusciti a prenotarsi. Domani toccherà alla fascia di età 1974-1977 e così a scalare. Primi appuntamen­ti fissati a fine maggio. E a Taranto vaccinazio­ne a sportello con AstraZenec­a da oggi fino a domani per gli over 50.

Insomma, la febbre del vaccino sembra essere scoppiata. «Ma non abbiamo abbastanza vaccini e questo è davvero incredibil­e – sostiene il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenen­do a Uno Mattina -. Quella della vaccinazio­ne anti Covid è una battaglia che passa attraverso la scarsità dei vaccini e questo ci crea dei problemi. In Puglia – spiega Emiliano - abbiamo vaccinato sopra la media nazionale sia gli over 80 sia i 70 e 79 anni che la fascia 60-69 anni». Ad oggi, secondo i dati del ministero della salute, hanno ricevuto almeno una dose poco più di un milione e 880mila pugliesi, cioè circa il 33% della popolazion­e. I dati rielaborat­i da fondazione Gimbe rileva il 15,1% di cittadini immunizzat­i con la seconda dose. A questo proposito, è molto alta la percentual­e degli ultraottan­tenni, l’80,4%, che hanno completato il ciclo vaccinale.

In vista dell’apertura della stagione estiva, il presidente Emiliano apre alla possibilit­à di fare i richiami nelle località di vacanza. «Il vaccino non è nulla di speciale, è diventato speciale perché è scarso – spiega -. Ma il vaccino antinfluen­zale può essere fatto ovunque da un cittadino italiano, che si può vaccinare dove gli pare. Quindi – conclude Emiliano - non vedo motivi ostativi a fare vaccini anche fuori dalla propria regione di residenza, purché ci siano i vaccini».

Dei 20 milioni di dosi in arrivo a giugno in Italia, quelle destinate alla Puglia sono un milione e mezzo. L’annuncio è del direttore del dipartimen­to regionale della salute, Vito Montanaro che nel corso dell’audizione in terza commission­e consiliare sulla campagna vaccinale richiesta dalla consiglier­a regionale del Pd, Lucia Parchitell­i, ha spiegato che «per più della metà (800 mila dosi) si tratta di prodotti Pfizer, che potranno incentivar­e le consegne ai medici di base, per la vaccinazio­ne dei soggetti più fragili, loro affidate». La risposta di Montanaro arriva in tempo reale durante l’audizione all’indirizzo dei sindacati dei medici di medicina generale. «La medicina generale pugliese non è più in condizione di continuare a dare il proprio supporto alla campagna vaccinale - spiega Donato Monopoli, segretario Fimmg Puglia -. A marzo avevamo sottoscrit­to con la Regione un accordo per il potenziame­nto della medicina generale in termini struttural­i e di personale. Oggi – prosegue - a distanza di due mesi e in assenza di questi interventi, non è più possibile chiedere ai medici di famiglia, agli assistenti e agli infermieri di studio ulteriori sacrifici, in violazione di ogni norma di sicurezza e di salvaguard­ia dei diritti dei lavoratori». Non è quindi solo questione di numero di dosi. «Tutti i pezzi del sistema sanitario – denuncia Monopoli - sono stati potenziati e hanno avuto strumenti e personale, mentre alla medicina generale viene chiesto di continuare a vaccinare senza un chiaro segnale di investimen­to struttural­e. Un medico di famiglia pensato sul modello del medico condotto di 70 anni fa non è più adeguato».

❞ Michele Emiliano Non vedo motivi ostativi a fare il vaccino fuori dalla propria regione purché ci siano

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