Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Landella dai pm, l’accusa è corruzione
«Ho sentito il dovere morale e istituzionale di chiedere un confronto che mi è stato concesso. Ringrazio la Procura per questa opportunità». Sono le prime parole che il sindaco dimissionario di Foggia, Franco Landella (nella foto Cautillo ieri fuori dal Tribunale) ha rilasciato ai giornalisti.
Dichiarazioni fatte dopo essere stato ascoltato, dai magistrati Roberta Bray ed Enrico Infante. Landella, esponente della Lega, è indagato con l’accusa di corruzione. Il primo maggio, nel giorno del suo compleanno, la polizia ha eseguito una perquisizione nella sua abitazione sequestrando il suo telefono cellulare e quello della moglie. Pare che gli investigatori abbiano anche sequestrato una somma di denaro di circa 7 mila euro.
Landella, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Michele Curtotti, è arrivato in Procura con una cartellina verde sotto il braccio intorno alle 4 di ieri pomeriggio, uscendo dopo due ore. «Certamente – ha detto il sindaco dimissionario all’uscita dal tribunale - non mi sono dimesso né per la perquisizione a casa e neanche per quella pagliacciata della manifestazione di quattro gatti di ieri. Se avessero fatto la manifestazione pro Landella probabilmente ci sarebbero state molte più persone». Il riferimento è alla manifestazione, «No Landella day», organizzata domenica pomeriggio dai partiti di opposizione al Comune che hanno chiesto la conferma delle sue dimissioni. E l’esponente della Lega con i giornalisti ha lasciato intendere proprio di non essere intenzionato a ritirare le dimissioni, formalizzate il 4 maggio scorso. «Io non penso – ha proseguito Landella - che ci siano le condizioni per continuare a svolgere questo ruolo in un clima di sospetto e penso che, come avevo già anticipato in una conversazione all’indomani del mio insediamento al procuratore Vaccaro, che se ci fosse stato qualsiasi elemento, qualsiasi sospetto che avesse messo in dubbio la mia correttezza politica, amministrativa e istituzionale non avrei esitato un secondo a dimettermi. Il clima non è dei migliori. C’è gente che ha abusato facendo millantato credito nei miei confronti».
Nessuna indiscrezione su cosa abbia raccontato ai magistrati. Il suo legale, l’avvocato Curtotti ha solo detto che si tratta «di atti coperti da segreto istruttorio». Alla domanda, invece, dei giornalisti che gli chiedevano se fosse vera l’indiscrezione che gli investigatori nella perquisizione del primo maggio avessero anche sequestrato del denaro oltre ai telefoni cellulari Landella ha risposto seccato: «Il salvadanaio dei miei figli».