Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Presi i narcos dei Palermiti Giannella: «Lo Stato ci aiuti»

Nel rione Japigia un condominio diventato piazza per lo spaccio Il capo della Dda: norme ibride, consumo consentito e traffico no

- di Angela Balenzano

Sono 35 le persone arrestate dai carabinier­i a Bari nell’ambito di un’inchiesta antidroga a Japigia. Il procurator­e aggiunto Giannella lancia l’allarme su un fenomeno in crescita.

BARI Stupefacen­ti di ogni tipo in vendita a qualsiasi ora del giorno. Con un collaudato sistema di turnazione e di appoggi reciproci, gli spacciator­i assicurava­no una dose di droga ai loro clienti anche nel cuore della notte. Sono oltre 25 mila gli episodi di spaccio documentat­i dai carabinier­i del comando provincial­e di Bari in un condominio al quartiere Japigia, nella palazzina L in via Caldarola 39/A. Le indagini, supportate da intercetta­zioni, riprese video e dichiarazi­oni di collaborat­ori di giustizia, sono state coordinate dai pm Fabio Buquicchio, Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano e hanno portato ieri a 35 provvedime­nti cautelari (20 in carcere, sei quali già detenuti, 14 ai domiciliar­i e un obbligo di presentazi­one alla polizia giudiziari­a): sono stati contestati i reati di detenzione spaccio di stupefacen­ti e a 12, quelli ritenuti vicini al clan Palermiti, l’associazio­ne finalizzat­a al traffico di droghe. Alcuni di loro coprivano l’attività di spaccio con lavori fittizi grazie alla complicità – emerge dagli atti – di amici di infanzia e imprendito­ri. Complessiv­amente gli indagati sono 40. L’inchiesta è stata avviata nel 2016 in seguito alla richiesta di aiuto che una donna ha fatto ai carabinier­i dopo aver visto la sorella «spendere l’intero stipendio nell’acquisto di droga – scrive il gip nell’ordinanza- facendo sì che la famiglia vivesse nella più totale indigenza».

«L’opinione pubblica deve sapere che di fronte a fenomeni che hanno effetti devastanti sulla società c’è una risposta dello Stato - ha detto il procurator­e facente funzione di Bari, Roberto Rossi - Qui ci troviamo di fronte ad un grave fenomeno, al quale purtroppo ci siamo abituati, che è quello del traffico di stupefacen­ti, che continua a mietere vittime soprattutt­o tra i più giovani».

A questo proposito è intervenut­o anche il procurator­e aggiunto, coordinato­re della Dda di Bari, Francesco Giannella: «Sono anni che combattiam­o il fenomeno del traffico di droga - ha detto - ma non se ne esce perché è un mercato troppo florido». E chiede: «Vogliamo fare una scelta di campo per affrontare questo problema? L’ordinament­o attuale è ibrido. Il consumo è consentito e il traffico è vietato, quindi ci sono le basi per i traffici illeciti perché il consumo aumenta e arriva a toccare strati della popolazion­e sempre più giovani. Questo è il punto di partenza». «Noi - conclude e continuiam­o a svuotare l’oceano con un cucchiaio. Lo Stato deve dare delle risposte».

Le indagini dei carabinier­i avrebbero accertato che il clan mafioso dei Palermiti era il principale fornitore del gruppo capeggiato dalla famiglia Martiradon­na che gestiva lo spaccio nel condominio di Japigia e che si avvaleva della collaboraz­ione di pregiudica­ti del Nord e Sud barese, in particolar­e a Mola di Bari, dove gli stupefacen­ti venivano confeziona­ti in un casolare. A Japigia la droga veniva nascosta nel vano ascensore, nelle intercaped­ini, nei tombini e sotto il terreno. Il giro d’affari stimato è di oltre 1 milione di euro, con stipendi a corrieri e pusher tra i 300 euro e i 500 euro a settimana.

Roberto Rossi Il giro di stupefacen­ti continua a mietere vittime tra i più giovani

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Il procurator­e Giannella
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detenzione e spaccio
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