Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Viesti sul Pnrr non tiene conto degli Ordini
La proposta avanzata sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno dal professor Gianfranco Viesti alla Regione Puglia, cioé aiutare i Comuni ad attrezzarsi per le progettazioni con cui partecipare ai bandi previsti dal Pnrr, è animata da un intento certamente condivisibile.
Ma in realtà, a ben vedere, rivela una finalità sostanzialmente corporativa, quando suggerisce alla stessa Regione di rivolgersi alle università per acquisirvi le competenze di cui avrebbero bisogno i Comuni
per elaborare i progetti da presentare per l’ammissibilità ai fondi del Piano nazionale di resilienza e ripresa.
Perché infatti dovrebbero essere privilegiate le università nella selezione delle competenze da porre a disposizione dei Comuni? E gli Ordini professionali non sarebbero abilitati anch’essi ad offrire il know-how di cui si avrebbe bisogno a livello comunale? La selezione dei professionisti chiamati a collaborare con gli enti locali potrebbe avvenire - fra coloro che si dichiarassero
disponibili per questo compito - o per sorteggio o fra coloro che si sono qualificati nelle short-list dell’Asset, l’Agenzia regionale strategica per lo sviluppo del territorio che dovrebbe assumere la regia dell’intera operazione.
Le università - e i loro Dipartimenti portatori delle specifiche competenze necessarie agli enti locali - potrebbero essere di supporto anch’esse, ma bisognerà fare attenzione ad evitare quanto accaduto in passato quando alcuni Comuni affidarono
incarichi di redazione di piani urbanistici a qualche ateneo, suscitando le vibrate proteste di Ordini professionali che chiesero ed ottennero, anche con ricorsi al Tar, che invece quegli incarichi fossero messi a bando.
Ma poi in realtà tutti i Comuni avrebbero bisogno di essere supportati da competenze esterne? I più grandi – come ad esempio Bari – proprio in questi giorni hanno visto premiate le loro professionalità, aggiudicandosi prestigiosi finanziamenti sul bando nazionale per la rigenerazione urbana. Forse i Comuni più piccoli – ove spesso il direttore della ripartizione lavori pubblici è figura divisa con altri Comuni – potrebbero avere bisogno di aiuto. Ma bisognerà anche verificare quanti enti locali hanno già loro parchi progetti che potrebbero essere mandati a gara sui fondi del Pnrr. Insomma, ci si sforzi di non fare esercizio di demagogia sempre in nome di un meridionalismo ormai vecchia maniera.