Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Tecnici già pronti» Della Vista presenta la sfida dei nuovi Its
Euclide Della Vista, foggiano, capo della filiera nazionale, spiega il successo pugliese degli Istituti speciali
FOGGIA Nella terra la cui immagine è rimasta zavorrata a certo turismo e a una politica assistenziale che prima o poi provvederà a tutto, Euclide Della Vista ha «raddoppiato la realtà» intorno a sé. Nel vero senso del termine. Le sedi ITS aperte a Foggia, Cagnano Varano, Bari e Lecce si occupano di comunicazione visiva e connessioni digitali: realtà aumentata e intelligenze artificiali, ma soprattutto di sviluppo software e processi elaborati che – tra creatività e tecnologia – consentiranno di tracciare i confini della vita di domani. Nei giorni scorsi i colleghi di Della Vista – ovvero i presidenti degli Its del settore «tecnologie e comunicazione» di Liguria, Lombardia, Friuli, Emilia, Lazio e Sicilia –, l’hanno eletto rappresentante della filiera per tutta Italia. Hanno scelto questo pugliese (originario di Foggia, 53 anni) ignorando ogni speculazione e consorteria, investendo nelle intuizioni di un uomo coi piedi nel passato (televisione) e la testa nell’inesplorato (contaminazioni tecnologiche e utilizzo dell’informatica in ogni settore).
Della Vista, la sua nomina arriva in un momento in cui la formazione pugliese arranca. Cos’hanno di speciale gli ITS?
«La caratteristica che li rende speciali è una didattica esperienziale, dinamica. Le attività laboratoriali rappresentano gran parte del percorso didattico, questo modello ci ha permesso di ridurre al minimo la didattica a distanza. Nonostante la pandemia abbia inevitabilmente incentivato la dad, la presenza nelle nostre aule è stata più che significativa: segno che i nostri studenti sono parte di un processo formativo, lo vivono al punto da non rinunciarvi anche in presenza di un’emergenza. Un’altra peculiarità degli Its è la comunità, la condivisione delle esperienze che consente agli studenti di confrontarsi con docenti ed esperti coi quali hanno avuto a che fare. Inoltre la presenza di tutor che seguono l’evoluzione del loro cammino nelle classi, composte da meno di trenta allievi, agevola un’autentica personalizzazione dell’apprendimento».
Quanto le sembrano distanti, scuole e università, dalla vita reale?
«Da imprenditore ho incontrato più volte l’universo della formazione tradizionale, ed è stato grazie a quegli incontri che ho maturato l’idea di occuparmi di formazione. Credo che le imprese non si possano limitare a ospitare studenti esclusivamente in fase di stage, ma che sia indispensabile incidere nella scelta dei loro percorsi, nella stesura dei programma, intervenendo se occorre anche nei processi professionalizzanti, poiché sono queste le dinamiche che facilitano l’inserimento nella produzione aziendale. Questi passaggi negli ITS non sono aspirazioni ma prassi, ecco perché l’80% dei nostri diplomati viene assorbito dalle aziende: in particolare da quelle che hanno partecipato alla loro formazione».
La percezione degli ITS sembra cambiata, anche in Puglia. Come lo spiega? Perché sono diventati un modello?
«La Regione ha scommesso su questa formula, stanziando molte risorse del Fondo sociale europeo. Questi fondi, insieme a quelli del Miur, contribuiscono a rendere gratuita la frequenza ai corsi da parte degli studenti. Da qualche anno, inoltre, gli Its sono stati equiparati agli atenei, per garantire servizi essenziali agli studenti. Mi riferisco all’Adisu, che coi suoi fondi assicura borse di studio e rimborsi per gli alloggi: questo ha cambiato non solo la percezione degli Its, ma l’approccio degli studenti a questa modalità di formazione, così poco teorica e soprattutto così calata nella realtà».
Lei ha rifiutato importanti incarichi in Confindustria, ci spiega perché? Non la seduce più l’industria? E gli ITS, che tipo di “industria” sono?
«Sono presidente del Terziario avanzato e della Comunicazione di Confindustria Foggia, resto un imprenditore che fa con passione il suo lavoro. Con la fondazione Its Apulia Digital Maker in tutti i territori in cui operiamo cerchiamo di connettere la formazione alle imprese: a Lecce abbiamo valorizzato palazzo Vernazza, importante attrattore culturale; a Bari a ottobre attiveremo una nuova sede che ospiterà i percorsi di Developer 4.0 (che affiancheranno quelli di 3dartist) nati con la collaborazione del Distretto dell’Informatica pugliese e di Innovapuglia. A Foggia abbiamo proposto un hub dedicato all’innovazione e all’agricoltura di precisione, ma allo stato attuale sta prendendo il sopravvento una consistente iniziativa edilizia».
Un pugliese sul tetto degli Its. Qual è la verità? Lo stereotipo secondo cui non siamo capaci di niente? O l’esatto opposto, proprio perché provati da una realtà difficile come la Puglia, teoricamente potremmo riuscire in tutto?
«Come dicevo la Puglia ha mostrato attenzione al sistema ITS, il modello ha fatto registrare traguardi positivi rispetto ad altre regioni. Lo dimostra il fatto che anche i colleghi pugliesi del sistema Agroalimentare e della Logistica ricoprono i ruoli di rappresentanza nelle rispettive filiere nazionali. Per quanto mi riguarda, credo sia un bel riconoscimento per il sistema delle imprese IT pugliesi che collaborano con noi, a testimonianza dell’importanza del loro lavoro in Italia e nel mondo. Io non penso che la Puglia sia terra di incapaci, semmai l’esatto contrario. Penso che la sua narrazione non sia confacente alla realtà, che le risorse intellettuali e imprenditoriali ci siano ma non vengano valorizzate appieno».
A Foggia abbiamo proposto un hub dedicato all’innovazione e all’agricoltura di precisione Adesso però sta prendendo piede una consistente iniziativa edilizia