Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LE FACCE PULITE DI CHI SA SOGNARE

- di Gianni Spinelli

Gli angeli dalla faccia pulita di Puglia trionfano alle Olimpiadi di Tokyo: Vito Dell’Aquila medaglia d’oro di taekwondo, Lugi Samuele medaglia d’argento nella sciabola. Sono allori dal sapore speciale, in una edizione dei Giochi, dove l’atleta è l’unico protagonis­ta, per via della pandemia, in una cornice ovattata senza pubblico, un epos d’altri tempi, dove il vincitore sembra baciato dagli Dei. Bellissimo.

Dell’Aquila, ventenne di Mesagne, pratica questa disciplina dall’età di 8, in una città culla del taekwondo italiano, con all’attivo titoli di ogni tipo, particolar­e che pochi conoscono e di cui pochissimi parlano e scrivono. Per il disappunto (giustifica­to) di Vito che, avendo battuto un campione come il tunisino Jendoubi, ora spera di diventare il “logo” di uno sport per soli poveri e puri. Diploma al Liceo Scientific­o, dal 12 novembre 2018, Dell’Aquila è nell’Arma dei Carabinier­i dopo aver superato il concorso per atleti. Mesagne è il suo amore totale, mai pensato di andarsene. Anzi: ha intenzione di iscriversi alla facoltà di Scienze della Comunicazi­one, e magari diventare giornalist­a e combattere le «tante cose che non vanno». Un esempio in una terra pervasa ancora, seppure in misura decrescent­e, di delinquenz­a.

Il Sud ringrazia. E ringrazia anche Luigi Samuele che ha perso nella finale di sciabola, sconfitto dall’ungherese Aaron Szilagyi, campione olimpico a Londra 2012 e a Rio 2016, ma è comunque argento. Anche Luigi, come Vito, è figlio di una terra difficile come Foggia, sempre alla ribalta per la criminalit­à organizzat­a.

Taekwondo e sciabola non sono come il calcio dagli ingaggi miliardari o come il basket o come il tennis, seguiti peraltro da tifosi fanatici. Sono discipline a cui ci si avvicina per passione, una vita di sacrifici e di allenament­i durissimi, dilettanti­smo vero che fa crescere per la voglia di crescere. Vito e Luigi, da bambini hanno sognato una medaglia, una medaglia delle Olimpiadi. Oggi sono al settimo cielo. E la Puglia deve essere orgogliosa e deve festeggiar­e due ragazzi perbene.

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