Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Al grido «Vito, Vito» la palestra di Mesagne è un inno alla gioia «Il suo segreto? Solo talento e umiltà»
AMesagne si fa festa. È giusto così, perché è in questo Comune di poco più di 25 mila abitanti che nasce, cresce e diventa grande Vito Dell’Aquila, campione olimpico di taekwondo. Curiosamente lo stesso paese che ha dato i natali Carlo Molfetta, altro olimpionico, nella stessa disciplina, nove anni fa. Un caso? In realtà chi conosce bene Roberto Baglivo, allenatore nella storica Asd New Marzial Mesagne, sa che non è una fatalità. Baglivo è stato il maestro di Molfetta e Dell’Aquila. Ha coltivato il loro talento, espresso in modi diversi ma comunque vincenti, e l’ha portato a livelli di eccellenza. «È una soddisfazione immensa, inestimabile – racconta lui, che ha guardato le gare nella sua palestra con un maxischermo assieme a tutti i suoi ragazzi e alle loro famiglie – queste cose non succedono tutti i giorni o a tutti gli uomini. Capita a uno su milioni». Figurarsi se capita due volte, allora, quanto deve essere bello strabuzzare gli occhi. Eppure, se gli si chiede il segreto della scuola di Mesagne, fa quasi spallucce. «Non c’è segreto – risponde – io insegno il taekwondo a modo mio. Mi faccio seguire dai ragazzi, perché se non condividono ciò che fai, non arrivano i risultati. Sono anche cattivello, mi piace la disciplina. Uso i miei metodi antichi, ma va bene così».
È da 14 anni che Baglivo conosce Vito, da quando cioè Dell’Aquila era solo un bambino. «È cresciuto tantissimo – sottolinea – è rimasto umile. D’altronde gliel’ho sempre detto: prima rispetta gli altri, poi te stesso». Anche il primo pensiero del ragazzo, in un certo senso, è coerente con questa impostazione. «Dedianche co l’oro a mio nonno – ha detto a caldo Dell’Aquila – non c’è più da un mese e stasera mi guardava da lassù. Ero certo che avrei vinto». Ne era certo Baglivo, sebbene a un certo punto della finale, il suo allievo paresse in difficoltà. Negli ultimi 15 secondi, però, Dell’Aquila ha rivoltato la sfida. «Sapevo già che alla fine avrebbe fatto qualcosa – dice ancora Baglivo – è stato educato proprio in quel modo: si vince alla fine, mai all’inizio. Anche un secondo può essere decisivo».
«La sua medaglia – è invece il commento di Antonio Matarrelli, sindaco di Mesagne – rappresenta il riconoscimento per i tanti sacrifici sopportati e per la grande passione che coltiva sin da bambino. Il suo traguardo vale molto per tutti noi». Matarrelli parla a nome di tutti i concittadini dell’atleta ventenne. «Vito è un ragazzo straordinario – prosegue – La sua educazione, improntata ai migliori valori dello sport e della vita, è un esempio per i giovani della sua età. Ora attendiamo il suo rientro per festeggiare nel miglior modo possibile e consentito. Mesagne dimostra di meritare il titolo di capitale italiana del taekwondo». Così come la Puglia si conferma terra feconda di questa disciplina. «Abbiamo un movimento sostanzioso – commenta Martino Montanaro, presidente della Federazione taekwondo pugliese – ed è stata un’emozione veder trionfare un giovane che faceva parte della squadra regionale. Al suo ritorno, mi piacerebbe coinvolgerlo in uno stage con i nostri ragazzi». (ha collaborato Cesare Bechis)
Il maestro Baglivo
Insegno arti marziali ma soprattutto la disciplina Talvolta sono cattivo Dell’Aquila è cresciuto tantissimo però non si è montato la testa
Il sindaco Matarrelli
Questo traguardo vale molto per tutti noi La sua educazione improntata ai valori dello sport è un esempio per ciascun giovane