Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Salvagente per i tredici dipendenti Alla Fiera bonus da 877 mila euro
Il ristoro ministeriale alla Campionaria per i mancati guadagni del 2020 Esplode la crisi di Leonardo a Grottaglie: cig a zero ore per mille addetti Boccuzzi (Cisl): la cassa integrazione non ha più ragione di esistere
BARI Un assegno da 877 mila euro che per i sindacati significa «archiviare qualsiasi richiesta di cassa integrazione». È il bonus assegnato alla Nuova Fiera del Levante nell’ambito dei 350 milioni stanziati, a livello nazionale, per la crisi nel settore delle fiere e delle esposizioni. Il provvedimento, gestito dal ministero del Turismo, riguarda il ristoro delle perdite dell’anno 2020.
Eppure, a settembre scorso (e poi anche a novembre) il management della società in partnership con Bologna Fiere aveva annunciato alle rappresentanze sindacali la volontà di attivare gli ammortizzatori sociali per tutti i 13 dipendenti in organico. Il motivo? La contrazione sensibile del fatturato (meno 70%) a causa del blocco delle manifestazioni. Il paradosso è che nel 2021 non si è tenuta la campionaria di settembre (mentre il quartiere è restato aperto ne 2020 alla fine della prima ondata di Covid-19). Era da 74 anni che non si “saltava” un turno con tanto di flop politico e d’immagine (dalla Regione Puglia al Comune di Bari e alla locale Camera di Commercio). Ciò ha spinto la società che gestisce l’attività espositiva (che è differente dall’ente proprietario del quartiere) a “penalizzare” i lavoratori con una cassa integrazione che ha pochi fondamenti. «È evidente che questi contributi del ministero - afferma Giuseppe Boccuzzi, segretario generale della Cisl Bari - sono compensativi dei mancati guadagni e sono diretti a salvaguardare l’attività con tutti i dipendenti. La Fiera del Levanto ha incassato quasi un milione e non può vessare i lavoratori con ammortizzatori sociali che ora non sono giustificabili. Tuttavia, torniamo a chiedere il confronto con le parti in causa: la Fiera è avvolSinora ta da un menefreghismo istituzionale che preoccupa». Cisl,Uil e Cgil (insieme alle categorie Filcams,Fisascat e Uiltucs) hanno inviato una lettera al governatore Emiliano, al sindaco Antonio Decaro, alla Camera di Commercio di Bari, per attivare un «tavolo urgente e congiunto su un pezzo di storia della città di Bari e del territorio pugliese». non sono arrivate risposte e si studiano nuove iniziative. «Siamo pronti a protestare - conclude Boccuzzi perché il silenzio è veramente assordante. Non si sa come rilanciare il quartiere espositivo proprio quando le altre realtà in Italia sono ripartite».
Intanto, sul fronte Ionico è sciopero permanente allo stabilimento Leonardo di Grottaglie dove la multinazionale dell’aerospazio ha comunicato l’apertura della cassa integrazione a zero ore per 1.049 dipendenti su 1.200. Uil e Cgil hanno avviato subito la protesta, mentre la Cisl attende la mobilitazione prevista per lunedì 6 dicembre a Roma. Questa mattina sarà allestito un presidio all’esterno dell’impianto e si terranno le assemblee. «L’azienda - afferma Giuseppe Romano, segretario generale della Fiom Cigl di Taranto - ha deciso di chiudere perché non si può tenere uno stabilimento così tecnologicamente avanzato con poco più di cento unità». A Grottaglie Leonardo produce le sezioni centrali di fusoliera del Boeing 787 Dreamliner.