Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
TRA CIVISMO E «CIAMBOTTO»
La politica pugliese, nel campo largo della sinistra, si interroga già da tempo sul suo futuro: scoppierà lo scontro tra Emiliano, presidente da due legislatura e Decaro, sindaco di Bari e, destra permettendo, successore in pectore? Oppure i due, a conferma di un sodalizio che viene da lontano, troveranno una via d’uscita per la divisione delle spoglie?
Intanto Emiliano e Decaro incedono quotidianamente con due format politici alternativi. Il primo appare incontenibile, dirompente. Qualche giorno fa ha benedetto l’aggregazione di liste civiche (un sorta di ciambotto, un zuppa di pesce misto, profumato e poco costoso) che sembra rappresentare l’approdo del suo percorso politico. Un partito “pigliatutto”, attorno ad una figura carismatica, classico esempio di partito personale che nel Paese ha illustri predecessori: Berlusconi, Renzi, Grillo, Salvini e Meloni.
Il civismo ha un doppio volto: quello tradizionale del trasformismo e del notabilato e quello virtuoso, rappresentato da pezzi di società civile che solo in ultima istanza, ma non necessariamente, approdano alla politica. Quelle pugliesi, salvo rare eccezioni, sembrano appartenere alla prima tipologia politica: vecchi apparati in cerca di una nuova verginità, che coltivano sacche di elettorato in maniera a volte “disinvolta”.
Qual è il disegno politico di Emiliano? Sempre più il Pd appare come un pullman dal quale salire e scendere in rapporto alle proprie esigenze. Uno strano destino quello del partito pugliese che, archiviata qualsiasi velleità egemonica, accetta di svolgere il ruolo sussidiario, ancillare, rispetto alla neocreatura politica. E, paradosso per paradosso, la subalternità è sancita da un dirigente nazionale del partito, Francesco Boccia, che nella foga dell’incontro dichiara che «chi non sta qui è con Salvini e Meloni». Impostazione manichea che azzera gli “amari sentieri” di chi sogna una sinistra pluralista, liberale e non padronale. Ma squadra che vince non si cambia, così da Roma, si assiste alla deriva della sinistra pugliese senza avere la forza e il coraggio di esprimere qualche dubbio su una sorta di “stato d’eccezione” che pare mitridatizzare i gangli vitali della politica.
Tra chi tace, brilla il silenzio di Decaro, sindaco di Bari. Avrebbe il peso, il prestigio, la giusta ambizione per avviare il dibattito ma preferisce avere un profilo defilato, preferendo non esporsi. Si vedrà alla lunga se la strategia sarà vincente.
Può esistere in Puglia (ma lo stesso discorso vale per la Campania di De Luca) un sentiero diverso del centrosinistra ? Non si tratta di aprire una sorta di guerra tra Sparta e Atene, ma di avviare una nuova fase politica, con idee, progetti, valori che vadano oltre l’amministrazione del presente.Emiliano è già dentro questo percorso con la creazione di un suo partito personale. Sta alla sinistra dispersa, al Pd, a Decaro, a quello che resta del grillismo e del vendolismo accettare la sfida. È un discorso che vale per la sinistra ma anche per la destra. Occorre costruire le condizioni per un nuovo patto per la Puglia, superando le criticità endemiche e come scrivono Galli della Loggia e Schiavone (“Una profezia per l’Italia”) sul dramma del Sud, per stroncare il “depauperamento delle sue energie civili, il sentimento di sfiducia e abbandono che vivono i migliori dei suoi cittadini”.Una sfida che tocca tutti.