Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Rocco Papaleo: «Con questo Peachum fuoriesco dalla mia comfort zone»
L’attore lucano da martedì è in Puglia con lo spettacolo che Fausto Paravidino ha tratto da Brecht
Malavitoso e imprenditore, in bilico tra legalità e malaffare, «un personaggio che mi permette di lasciarmi andare intimamente». Rocco Papaleo incontra il teatro libero, coraggioso di Fausto Paravidino che di Peachum. Un’opera da tre soldi, liberamente ispirato all’opera di Bertolt Brecht e Kurt Weill, è autore, regista e attore nei panni dell’antagonista Mackie Messer. Al centro della scena qui c’è Peachum, padre al quale portano via la figlia e che la rivuole perché, per dirla con Brecht, gli hanno toccato la proprietà. Lo spettacolo con Papaleo e Paravidino andrà in scena l’11 gennaio a Lecce, per poi toccare Foggia (12-13), Barletta (14-15-16), Taranto (1819), Putignano (20) e Canosa (21).
Papaleo, ci parli del suo Peachum contemporaneo.
«È un uomo con una filosofia schematica, un pragmatico. Il re dei mendicanti è un borghese, interessato al possesso e al potere che ne deriva. Vende le stesse cose nel suo negozio e sul mercato nero dove sfrutta la manodopera di strada. Un imprenditore nel mondo legale e un capo in quello illegale. Il mio metodo è non avere un metodo, mi avvicino a un personaggio con libertà e apertura. Amo molto la drammaturgia di Fausto, ci sono entrato un passo alla volta, portandomi dietro i miei attrezzi di lavoro».
Cosa cambia rispetto al modello brechtiano?
«Fausto ha reso centrale il mio personaggio. Cambia molto il contesto. L’opera nasce in un’epoca storica in cui il capitalismo muoveva i suoi primi passi. C’era la politica, la religione, il comunismo. Oggi le ideologie sono vaporizzate il capitalismo sembra essere rimasta l’unica filosofia di vita possibile. Un’ideologia che spinge le persone a ricercare conferme del proprio status symbol borghese. Tutto è economia e possesso, compresi i legami famigliari. Peachum cerca sua figlia perché vuole che segua le sue orme, da lì nasce il conflitto».
Un teatro politico, coraggioso, quello del “giovane” Paravidino. È a suo agio?
«Dopo le prove lo scorso anno, ci siamo dovuti fermare per più di un anno. Nel frattempo ho fatto molto altro. Quando abbiamo potuto finalmente andare in scena ci siamo ritrovati con un capitale sedimentato da mettere in campo. Per me è una nuova modalità, un teatro tra realismo e simbolismo. Ci muoviamo in un vuoto, le scenografie e gli ambienti sono simbolici. Fausto lascia molta libertà agli attori, non vuole fissare molto, in modo da avere uno spettacolo nuovo ogni sera».
E lei?
«Io sono per una via di mezzo, voglio che ci siano dei pae letti, mi piace lo slalom più che la discesa libera. La mia arteria principale resta la ricerca di un percorso nel teatro-canzone, è quello che ho fatto a teatro negli ultimi dieci anni. Però se non si mettono mai a repentaglio le proprie sicurezze non ci si evolve. Qui ho dovuto lasciarmi andare intimamente, uscire dalla comfort zone. Credo che sia uno scarto nel mio percorso».
Vi aspetta un vero e proprio tour in Puglia. Per il lucano orgoglioso che ha firmato Basilicata coast to coast la Puglia è più una seconda casa o un vicino ingombrante?
«Per anni mi hanno considerato pugliese. La Basilicata non la conosceva nessuno. Per noi è un po’ la terra promessa. Ho un bellissimo rapporto con la luce, con i sapori, con il sound pugliese. Spesso ho spinto sul pugliese: per me è il dialetto con più swing, soprattutto quello dell’area barese. Sogno un asse Bari-Matera che guidi il riscatto del Sud».
A che punto è il suo quarto film da regista, Scordato?
«Ci siamo quasi, manca una parte della post-produzione. Finché non te lo levano dalle mani, continui a far modifiche. Posso dirti solo che è la storia di un accordatore di pianoforti, un viaggio di formazione in cui ha recitato per la prima volta la cantante Giorgia. Sentivo che in lei c’era una grande carica umana, sarà una sorpresa per tutti».
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«L’Opera da tre soldi» è trasportata nel presente E noi attori possiamo muoverci con molta libertà
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Sogno l’asse Bari-Matera per il riscatto del Sud Intanto è quasi pronto «Scordato», il mio nuovo film con Giorgia