Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Roberta Peroni, una giovane donna sul podio dell’Orchestra Petruzzelli
«Per un musicista i bambini, con la loro sincerità, sono la vera prova del nove»
«Con la loro sincerità, i bambini sono per un musicista la vera prova del nove», assicura Roberta Peroni, che ha un compito non facile: creare il pubblico del futuro. «Ma se lo conquisti subito, è fatta!», dice la promettente direttrice d’orchestra barese che domani, alle 18, torna sul podio dell’Orchestra del Petruzzelli (in versione ensemble d’archi) per il primo Family Concert del 2022. Il programma spazia dal Concerto «Alla rustica» di Antonio Vivaldi alla Fuga con Pajarillo del compositore venezuelano Aldemaro Romero, scomparso nel 2007: nel mezzo, due suite, una di Edvard Grieg (la Holberg suite op. 40) l’altra di Gustav Holst (la St. Paul’s Suite op. 29), quindi Lullaby di George Gershwin, l’autore di Summertime e della celebre Rhapsody in blue che mescolava tradizione colta e folclore nero-americano.
«Anche in questo concerto ho cercato di spaziare tra le epoche e gli stili, perché la varietà aiuta nei più piccoli l’interesse all’ascolto», assicura la musicista, particolarmente affascinata dal brano di Gershwin, nel quale si può idealmente trasferire il rapporto tra esecutore e ascoltatore, soprattutto se la platea è composta da giovanissimi, come in questo caso. «È una ninna nanna - spiega - che fa pensare a un dialogo molto intimo e di grande tenerezza tra chi canta e chi ascolta». Un «fiume in libertà» è, invece, la Fuga con Pajarillo di Romero, creatore della cosiddetta «onda nueva», genere che tiene insieme il valzer venezuelano (lo joropo) e la bossanova brasiliana. «Il pezzo suona facile - dice - ma richiede una straordinaria duttilità da parte dell’orchestra».
Roberta Peroni ha iniziato a strimpellare giovanissima. «La mia vicina di casa - racconta - aveva un pianoforte, e quando avevo tre anni mi insegnò Fra Martino campanaro. I miei mi comprarono una tastierina, ma ritenevano avrei fatto meglio nella ginnastica artistica, finché un giorno non mi ruppi la testa.
E, allora, pensarono che forse la musica sarebbe stata meno pericolosa». All’interno dell’ente lirico Roberta svolge l’incarico di direttore musicale di palcoscenico. In altre parole, è l’assistente di tutte le bacchette con cui lavora l’Orchestra del Petruzzelli, a partire dal direttore principale Giampaolo Bisanti. «A lui e alla Fondazione devo davvero molto - dice - e devo tanto anche a Renato Palumbo, che mi ha fatto conoscere dal di dentro il mondo di Verdi».
La lirica è la più grande aspirazione di Roberta. «Spero di poter presto dirigere un’opera», racconta. E confessa di aver scoperto, accanto al melodramma italiano, a Verdi e Puccini, il repertorio tedesco, Wagner in particolare. «Con la sua musica - dice è come entrare in un’altra dimensione, che trascende qualsiasi forma e percezione temporale. Ho già lavorato come assistente per l’Olandese volante, e ora - prosegue sto studiando il Tristan und Isolde», titolo che il 25 gennaio aprirà la stagione lirica. Sarà un’altra esperienza importante per Roberta, che vive la sua stessa vita come una meravigliosa «melodia infinita».