Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Il mio Lecce oltre il virus»

Il tecnico Baroni spiega come ha governato la squadra tra contagiati (ieri altri due casi), quarantene e feste «Non ho vietato i panettoni, mi sono fidato dei ragazzi»

- Claudio Tadicini

LECCE Dovevano essere festività all’insegna anche della serie B - con due gare da disputare tra Natale e Capodanno - ma il Covid ha stravolto calendari e programmi. Il Lecce giovedì recupererà la sfida col Vicenza, saltata il 20 dicembre scorso per la positività di due calciatori salentini e la quarantena collettiva imposta dall’Asl, ma di fatto non disputa una partita ufficiale da quasi un mese. Ad eccezione di chi ha giocato il 16 dicembre in Coppa Italia contro lo Spezia, gli altri non scendono in campo addirittur­a dall’11 dicembre, giorno della sfortunata traperò, sferta a Pisa. Il lungo stop non è però venuto per nuocere, perché ha consentito di ricaricare le energie e di recuperare Coda, Di Mariano e Tuia nonché suscitato la «curiosità» del tecnico Marco Baroni.

Il rinvio delle gare ha cambiato i programmi: tra positivi (ieri altri due positivi, in calciatori salgono a 4), quarantene e feste ha avuto difficoltà a gestire la squadra?

«Nessuna in particolar­e, ormai – purtroppo – ci si è un po’ abituati a dover fare di necessità virtù. Avremmo dovuto giocare fino al 29 dicembre: dopo una pausa così lunga, sono curioso di sapere quale sarà la risposta delle squadre alla ripresa del campionato».

Come arriva il Lecce alla ripresa del campionato?

«Ci siamo allenati sempre, ad eccezione di 5-6 giorni liberi, in cui i ragazzi hanno svolto allenament­i personaliz­zati a casa. Abbiamo mantenuto la condizione fisica, ma è venuta meno l’abitudine al match. In vista delle 4 gare ravvicinat­e che ci attendono, abbiamo lavorato intensamen­te, perché dopo ci sarà tempo solo per recuperare. Siamo fiduciosi di avere fatto un buon lavoro, di avere gestito molto bene questa pausa: ripartirem­o con prestazion­i di altissimo livello».

Ha vietato ai suoi di mangiare i panettoni?

«Non li ho proibiti, ma ho chiesto ai giocatori di pensare come se fossero un’azienda che lavora per un’azienda più grande, il Lecce: li ho invitati a gestire al meglio questo periodo, per allungare la loro vita profession­ale».

Come si vive nello spogliatoi­o questa situazione di costante incertezza?

«Speriamo che ci sia una regolament­azione chiara per tutti, è bastato vedere quanto accaduto alla ripresa della serie A. Sia io che lo staff manteniamo la concentraz­ione dei giocatori su quello che è il lavoro settimanal­e, sugli allenament­i in vista della partita e sulle accortezze da avere nella vita privata: non è facile difendersi dal virus, ma è un dovere ridurre la possibilit­à di contrarlo».

Coda, Di Mariano e Tuia saranno della gara giovedì? Pisacane è una soluzione interna come quarto centrale difensivo?

«Forse part-time, certamente non dall’inizio, anche per rispettare chi ha giocato finora e ha fatto bene a La Spezia. La cosa importante è che possiamo contare sul loro recupero. Escludo l’ipotesi Pisacane: la strada è già tracciata, punteremo sui giovani».

È arrivato Faragò, dove lo impiegherà?

«A Novara lo schieravo da esterno alto, qui giocherà a centrocamp­o. Ha grandi valori umani e tanta voglia di rivalsa, dopo un periodo negativo che si è lasciato alle spalle».

Si ipotizza una nuova chiusura degli stadi, è d’accordo?

«No, perché credo che il rischio di contagio sia più alto in altri posti che, invece, restano aperti».

Ci siamo allenati sempre, ad eccezione di 5-6 giorni liberi, in cui i calciatori hanno svolto sedute personaliz­zate a casa

❞ Alla ripresa speriamo ci siano regole chiare per tutti, è bastato vedere quanto accaduto per la serie A

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Nella foto sopra l’allenatore leccese Marco Baroni
Chi è Nella foto sopra l’allenatore leccese Marco Baroni

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