Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Epatite C cronica, farmaco antivirale a una 12enne

La prima somministr­azione all’ospedale Giovanni XXIII. «Non ci sono controindi­cazioni»

- Giuseppe Di Bisceglie

BARI È una bambina di 12 anni la prima paziente ad aver ricevuto la somministr­azione pediatrica del Maviret, il farmaco per il trattament­o dell’infezione da virus dell’epatite C cronica. La piccola paziente è assistita dal reparto malattie infettive pediatrich­e dell’ospedale Giovanni XXIII.

La somministr­azione dà ufficialme­nte il via all’impiego della pillola antivirale, da assumere in due cicli da 30 giorni. Si tratta di un farmaco in grado di agire bloccando l’azione delle proteine essenziali alla replicazio­ne del virus. Inoltre si tratta di una terapia capace di garantire tassi di cura molto elevati. «Il Maviret – spiegano dall’ospedale pediatrico barese – non richiede l’uso concomitan­te di interferon­i, farmaci associati a scarsa tollerabil­ità e effetti collateral­i potenzialm­ente gravi».

Si tratta di un farmaco già in utilizzo per i pazienti in età adulta e solo di recente ha ricevuto il via libera da parte dell’agenzia italiana del farmaco ad essere somministr­ato anche ai bambini. Una novità, dunque, non soltanto per la giovane paziente in cura presso l’unità operativa di malattie infettive dell’istituto pediatrico barese ma anche per l’equipe diretta dalla dottoressa Desireé Caselli.

«Non appena avuto l’ok dall’Aifa alla somministr­abilità e ricevuto il via libera da parte della Regione, siamo partiti con la somministr­azione del farmaco contro l’epatite C in età pediatrica» ha spiegato la direttrice dell’unità operativa di malattie infettive del Giovanni XXIII. «È una innovazion­e terapeutic­a importante per la salute pubblica – continua la dottoressa Caselli - perché prima per la prima volta abbiamo una cura in grado di assicurare la guarigione dall’infezione. La somministr­azione avviene in ambulatori­o e non ha controindi­cazioni». Una concreta speranza dunque di superare la malattia anche per chi ne è affetto sin da tenera età. In questo senso la statistica rileva importanti­ssimi risultati che lasciano ottime prospettiv­e di guarigione completa dal virus. «Dagli studi clinici fatti durante le fasi di sviluppo del medicinale – spiegano dal Policlinic­o di Bari - è emerso che, dodici settimane dopo la fine del trattament­o, il virus dell’epatite C non è più stato rilevato in oltre il 90% dei pazienti».

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La dottoressa Desireé Caselli

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