Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Contagiati e asintomatici curati solo dagli infermieri
La clinica allestita all’ospedale San Paolo «Così allenteremo la pressione sulle altre strutture»
Èpugliese il primo reparto Covid in Italia gestito interamente da infermieri impegnati nell’assistenza a pazienti risultati positivi al coronavirus ma che manifestino lievi sintomi o siano completamente asintomatici. Ad attivarlo è stata l’Asl di Bari all’ospedale San Paolo. Il progetto trae spunto da un’iniziativa analoga avvenuta in Veneto nel 2017, ma per altre patologie. Intanto l’ex assessore Lopalco ha presentato un’interrogazione al Consiglio regionale dopo la decisione di sospendere le Usca.
È pugliese il primo reparto BARI Covid d’Italia gestito interamente da infermieri, impegnati nell’assistenza di pazienti risultati positivi al coronavirus ma che manifestino lievi sintomi o siano completamente asintomatici, giunti in ospedale per la cura di altre patologie o per sottoporsi a terapie non correlate al virus. Il reparto è stato attivato dalla Asl di Bari all’interno dell’ospedale San Paolo, nel capoluogo pugliese e permette di proseguire il programma terapeutico impostato al momento del ricovero. «Il progetto è partito nel mese di gennaio e adesso possiamo dire che ha superato la sua fase di rodaggio» ha riferito il dottor Nicola Devivo, coordinatore del presidio. È lui, insieme al coordinatore medico, la dottoressa Angela Leaci, ad aver posto le basi affinché questo progetto potesse spiegare le ali. Dalla stessa Asl di Bari, infatti, affermano che «il progetto, anche in futuro, nel passaggio dalla fase pandemica a quella endemica potrà aiutare ad allentare la pressione nei reparti no Covid e i ricoveri negli ospedali Covid».
Il reparto si trova al settimo piano della struttura del San Paolo ed ha cinque posti letto in quattro stanze.«Speriamo però di aumentare presto la capienza così da consentire di liberare posti letto per quelle persone che necessitano di cure ospedaliere meno leggere» continua Devivo. Il progetto pugliese trae spunto dall’iniziativa, partita in Veneto nel 2017, di affidare alle cure degli infermieri quei pazienti che non presentano particolari criticità ma che non possono lasciare l’ospedale. «Da questa iniziativa afferma il coordinatore di struttura - si può evincere quanto sia cambiata la competenza dell’infermiere, la cui formazione un tempo era affidata a corsi professionalizzanti regionali. Oggi, invece, la formazione universitaria consente all’infermiere di avere maggiori competenze sul piano clinico. Negli ospedali, tuttavia, non c’è stato un reale cambiamento nel concepire la figura dell’infermiere, considerato quasi un subalterno rispetto al medico.
Con la formazione attuale l’infermiere non è più un paramedico ma una persona formata sul piano scientifico» afferma Devivo.
Nella fase antecedente alla somministrazione delle dosi di vaccino anticovid erano molti i pazienti che necessitavano di cure all’interno degli ospedali, a causa di sintomi legati al Covid. Con l’allargamento della platea di vaccinati il numero dei paucisintomatici o degli asintomatici è sensibilmente calato. «Durante la fase iniziale della pandemia si sono verificati non pochi disguidi sul piano gestionale» ammette il dottor Devivo. «Qualora si riscontrassero casi di positività nei reparti venivano bloccati i ricoveri. Con questo tipo di gestione, invece, queste eventualità non sono più un problema insormontabile» continua. «Il paziente – evidenzia la dotteressa Angela Leaci non è abbandonato dal personale medico, che comunque provvede a delle visite ed interviene su indicazione degli infermieri».
Non è nemmeno stato difficile reperire il personale: «Abbiamo chiesto la disponibilità al personale infermieristico ed abbiamo ottenuto una adesione massiva. Si sono resi disponibili 40 infermieri e 20 operatori socio sanitari. In questo modo è agevole la turnazione e il paziente viene assistito con attenzione» continua Devivo.
Il Covid però non molla la presa. In un solo giorno in Puglia si sono registrati 4.766 nuovi casi su 25.952 test con una incidenza del 18,36% e 16 decessi. La zona del barese è la più colpita con 1697 nuovi positivi mentre nella provincia Bat sono 313, in provincia di Brindisi 525, in provincia di Foggia 529, in quella di Lecce 876, nel Tarantino 772. Sono residenti fuori regione altre 42 persone contagiate. Provincia in definizione per altri 12 casi. Delle 100.673 persone attualmente positive 536 sono ricoverate in area non critica (+6 rispetto al giorno precedente) e 25 in terapia intensiva.
La gestione
Il reparto, affidato interamente a infermieri, consente di proseguire le terapie