Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La fuga dei medici dal servizio 118
Nell’organico pugliese ne mancano 145. «Preferiscono le Usca dove guadagnano il doppio»
Si annuncia un’estate difficile per il servizio 118 in Puglia. A tenere banco è il caso dell’organico ridotto. All’appello mancano 145 medici, cioé un terzo del personale previsto sulla carta per garantire una pronta risposta alle emergenze. «In vista di un’affluenza turistica senza precedenti, lo scenario si presenta critico», dice il presidente nazionale Mario Balzanelli. L’assessore regionale Rocco Palese conferma: «C’è carenza di camici bianchi, siamo pronti a reclutare altri operatori».
LECCE Il 118 pugliese arranca: oltre un terzo dei medici convenzionati con contratto a tempo determinato è passato alle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale create in piena pandemia, dove si guadagna il doppio. Risultato: all’apparato di Emergenza-urgenza della Puglia mancano 145 camici bianchi, un vulnus che non è venuto meno, malgrado il ridimensionamento delle Usca. Con l’estate alle porte e la massiccia calata dei turisti prevista anche quest’anno, il dato non conforta, anzi, agita gli animi di chi, nei carenti organici del 118, teme gravi conseguenze sull’efficienza del servizio di prima linea della sanità pubblica.
Il segretario nazionale e della provincia di Foggia di Fimmg Emergenza sanitaria, Francesco Marino, argomenta: «La disparità di trattamento economico, cioè 54 euro orari nelle Usca contro i 23,40 euro orari del 118, ci sta creando notevoli problemi in Puglia, ma anche nel resto d’Italia. Più di un terzo dei nostri colleghi, a fronte di un ristoro economico molto più gratificante, ha preferito lavorane nelle Usca. Se a ciò aggiungiamo le proposte politiche – insiste Marino - con cui si vorrebbero rendere stabili le Usca, la situazione, in prospettiva, diventerebbe ancora più grave. Quest’anno, il 40 per cento delle borse di studio, triplicate rispetto al passato, e messe a disposizione nelle scuole di specializzazione, non sono state richieste. I giovani medici – sostiene il numero uno nazionale di Fimmg Emergenza sanitaria – prediligono lavori più tranquilli ed evitano quelli impegnativi nei settori dell’emergenza, questi ultimi, per giunta, peggio remunerati. Problemi noti all’assessore Rocco Palese, che ha assicurato tutto il suo impegno per risolverli».
Entra poi nel dettaglio delle carenze, Francesco Marino, toccando le conseguenti problematiche quotidiane che ricadono sugli utenti: «Lavoriamo con una tale penuria di personale che si rasenta il rischio dell’interruzione di pubblico servizio. In provincia di Foggia, dove io mi trovo, spesso sulle ambulanze dove è previsto il medico non c’è nemmeno l’infermiere, perché vengono a mancare anche le altre figure professionali».
Questa diventa, quindi, «una situazione molto pericolosa - incalza Marino - e non tanto per noi che ci siamo abituati, quanto per i cittadini che si aspettano il medico accompagnato dall’infermiere, ma vedono arrivare solo quest’ultimo, quando va bene, se non proprio il soccorritore o persino il volontario». In Puglia, secondo le ultime rilevazioni, su una pianta organica di 535 medici, il 118 può contare solo su 390 camici bianchi effettivi. Troppo pochi, come spiega ancora Francesco Marino, «per garantire carichi di lavoro accettabili e scongiurare il rischio Burnout», la sindrome da stress lavorativo che brucia le risorse fisiche e mentali.
Anche per Mario Balzanelli, nazionale di Sis 118 (Società Italiana Sistema 118), «in Puglia la situazione è seria ed andrebbero adottati provvedimenti urgenti in vista dell’estate».
Non solo. «Considerando l’attuale dato epidemiologico nazionale sulla pandemia da Covid-19, che vede notevolmente ridimensionata la necessità di gestione domiciliare in presenza dei pazienti positivi sintomatici che non necessitano di ricovero ospedaliero, e l’impressionante desertificazione degli organici medici del 118, con conseguente gravissima compromissione delle prestazioni di soccorso tempo dipendente di emergenza-urgenza potenzialmente salvavita alla cittadinanza, si rende indispensabile varare misure straordinarie di supporto prioritario agli organici medici», afferma. Così conclude: «In tale contesto, e previa adeguata formazione specifica, può risultare di valenza strategica determinante l’incorporazione degli organici e delle funzioni delle Usca – conclude Mario Balzanelli - nei Sistemi 118, provvedendo, al contempo, a corrispondere pari remunerazione, uguale a quella attuale prevista per le Usca, sia per i colleghi già in servizio nel 118, sia per quelli in eventuale provenienza dalle stesse Usca».
Mario Balzanelli
Qui lo scenario è critico, andrebbero adottate subito decisioni urgenti
Francesco Marino
Lavoriamo con pochi addetti, temo l’interruzione di pubblico servizio