Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La grande fuga da San Girolamo «Aiuteremo chi vuole lavorare»
L’intervista Il bando per la gestione dei locali va deserto, l’ombra dei clan. Parla il prefetto Bellomo
Il prefetto di Bari, Antonella Bellomo rassicura i commercianti e gli operatori economici che vogliono investire in una attività commerciale nei locali affacciati sul mare a San Girolamo. «Lo Stato vi protegge, non servono eroi, ma serve denunciare i soprusi». Il sindaco Decaro aveva lanciato l’allarme sulle possibili «pressioni» della mafia sugli operatori a causa del bando per l’affidamento dei chioschi andato deserto.
BARI «Il sindaco ha fatto una ipotesi supportata da elementi di fatto e dalle relazioni dell’Antimafia. È noto che il quartiere storicamente ha visto la presenza della criminalità organizzata che in quel territorio ha sempre manifestato interessi illegali». All’indomani dell’allarme lanciato dal sindaco, Antonio Decaro, sulle possibili «pressioni» dei clan del quartiere San Girolamo ai danni degli operatori commerciali al punto da spingerli a non partecipare al bando per l’aggiudicazione dei locali sul mare, il prefetto di Bari, Antonella Bellomo, analizza le problematiche del territorio e invita commercianti e associazioni di categoria a denunciare eventuali minacce.
Prefetto Bellomo, le pressioni esercitate sugli operatori commerciali ipotizzate dal sindaco danno l’idea di una criminalità capace di tenere sotto scacco l’intero quartiere.
«Sappiamo che in quel quartiere esistono delle difficoltà, come ad esempio gli alloggi di edilizia popolare che non riescono a decollare, ad essere ristrutturati, ma per altri versi il quartiere ha delle residenze molto gradevoli, ha visto la riqualificazione del waterfront frequentato ora da associazioni sportive e da tanti cittadini che vanno lì a passeggiare, ma è altrettanto vero che esiste la presenza della criminalità organizzata con interessi nel quartiere. Allo stesso tempo va sottolineato che le denunce sono davvero poche. Se i commercianti che lavorano lì o gli operatori economici che volevano investire hanno subito pressioni purtroppo non hanno denunciato nulla».
Una scelta probabilmente dettata dal timore di ritorsioni o forse peggio. In che modo si potrebbe incoraggiarli?
«Certamente ci vuole una condivisione anche con le associazioni di categoria, con i tanti cittadini perbene che vivono in quel quartiere perché questo significherebbe investire in un’area che potrebbe diventare turistica o semplicemente dedicata tutta ai baresi. Manca però una presa di coscienza degli operatori. A loro voglio dire che non sono soli. Come apparato dello Stato diamo tutta la disponibilità a supportare queste iniziative e questo sviluppo attuando tutti i sistemi di controllo del territorio e garantendo una maggiore presenza delle forze di polizia perché la società possa godere appieno di quegli spazi».
Prefetto Bellomo più volte è stato lanciato l’allarme sulle ormai accertate infiltrazioni mafiose nell’economia
buona della città e nonostante le inchieste, gli arresti e i sequestri milionari di beni, la situazione resta grave e in continua espansione.
«Tutte le relazioni degli ultimi anni e lo stesso allarme lanciato dalla Procura ci dice che la criminalità ha una veste prevalentemente economica e in maniera collaterale commette aggressioni per il predominio del territorio e il controllo di un certo mercato. Ciò che alla criminalità interessa è lucrare. Lo fa con armi sofisticate e, una volta che ha lucrato, si inserisce nell’economia legale rilevando anche attività commerciali e facendo investimenti che finiscono per confluire nell’economia sana. Ecco perché chi vuole lavorare nell’economia sana della città deve collaborare con le forze dello Stato, offrendo le notizie di cui è a disposizione. Senza bisogno di essere eroi e potendo contare sul supporto e nell’affiancamento delle forze di polizia. Insomma possono fidarsi dello Stato».
Purtroppo non abbiamo ricevuto denunce Agli operatori economici voglio dire che non sono soli
Un ennesimo appello a denunciare minacce e soprusi quindi?
«Certo, abbiamo bisogno di una mano per espellere dall’economia sana l’economia illegale. È la sfida con la quale ci dobbiamo confrontare ogni giorno, ma dobbiamo poter contare anche sul supporto, quantomeno a livello informativo, delle categorie interessate.
Prefetto, Bari è una città sicura?
«I dati ci dicono che i reati vengono commessi a Bari come in altri luoghi. I reati predatori sono quelli che più danno fastidio ai cittadini. Stiamo avendo, per esempio, diversi casi di furto, ma c’è una risposta molto forte delle forze di polizia anche col presidio del territorio. Se la percezione di sicurezza per i cittadini non è completa certamente lo comprendo, ma non siamo in una situazione di allarme».