Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Boero: «Non era pericoloso, cercava cibo e si è avvicinato»

Il biologo marino: «Il Mediterran­eo si sta tropicaliz­zando»

- Di Luca Pernice

Negli ultimi venti anni abbiamo registrato circa mille specie tropicali

«Non dobbiamo demonizzar­e gli squali. Bisogna capire cosa è accaduto davvero nelle acque di Taranto. Ci sono sempre meno squali nel Mar Mediterran­eo e la probabilit­à che attacchino gli uomini è davvero minima. Gli attacchi avvenuti sono pochissimi e molti di questi sono dubbi». Il professor Ferdinando Boero commenta l’attacco subito da un kayakista amatore da parte di uno squalo, il primo maggio scorso nelle acque tra Ginosa e Castellana Marina. Genovese di nascita, Boero è professore di Zoologia presso l’Università del Salento. Si interessa di biodiversi­tà marina e funzioname­nto degli ecosistemi, con particolar­e riguardo alle meduse.

Professore cosa può essere accaduto nel mare di Taranto?

«Nulla di eccezional­mente pericoloso. Lo squalo avrà intravisto nel kayak qualcosa da mangiare e lo avrà attaccato nel tentativo di assaggiarl­o. Dopo aver capito che non era qualcosa che poteva mangiare è andato via».

Dobbiamo aver paura della presenza degli squali nei nostri mari?

«Guardi, quanto accaduto nel mare di Taranto è una notizia ed è giusto che sia data. Ma non bisogna demonizzar­e la presenza degli squali nei nostri mari. Nel Mediterran­eo, anche per colpa nostra ci sono pochi peschi e dunque poco cibo per gli squali. Di conseguenz­a ci sono sempre meno squali. Anche gli attacchi agli squali agli uomini sono davvero pochissimi e molti sono dubbi. Il mare è il loro habitat. È giusto che ci siano anche se per colpa dell’uomo sono sempre meno».

Quindi nessuna emergenza?

«Io credo che sia più facile essere morsi da un cane, piuttosto che subire un attacco di un pescecane. Quel giorno lo squalo era in cerca di cibo e avrà “assaggiato” il kayak per capire se poteva essere un cibo per lui. Quando ha visto che non era buono è andato via. Io credo che il fatto che nel nostro mare ci siano gli squali è una buona notizia.

Con il caldo l’habitat delle specie marine sta avendo delle modifiche

Io credo che si debba smettere di inquinare e sfruttare i nostri mari

Vuol dire che il nostro mare in parte sta bene».

Cosa sta accadendo al Mediterran­eo?

«Il riscaldame­nto globale sta modificand­o l’habitat delle specie marine. Pensi che metà della barriera corallina è in regression­e per il troppo caldo ed è in cerca di luoghi meno caldi. Assistiamo alla tropicaliz­zazione del Mediterran­eo, il processo di insediamen­to di specie provenient­i da aree tropicali o sub-tropicali in precedenza estranee a questo mare»,

Quante nuove specie di pesci ci sono nel Mediterran­eo?

«Negli ultimi venti anni abbiamo registrato circa mille specie tropicali: pesci, alghe, crostacei».

Cosa possiamo fare per salvare il mare?

«Dobbiamo smetterla di inquinarlo e di sfruttarlo. Giovanni Paolo II nel 2000 in occasione del giubileo degli agricoltor­i disse che “quando l’uomo non si fa custode ma tiranno, la natura si ribella”. Lo ha ribadito anche Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si”. Ecco dobbiamo diventare meno tiranni e più custodi del mare».

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